Brda Home of Rebula 6th Exclusive Rebula Wine Experience

Introduzione

Dopo un salto temporale di 4 anni e 2 edizioni mancate torno con grande piacere alla Brda Home of Rebula oggi alla sua sesta experience. Edizione ricchissima di spunti dove la Rebula è ovviamente il fulcro ma con particolari focus sul tema del cambiamento climatico e sul territorio. 

Vorrei iniziare il mio racconto partendo da uno spumante servito durante l’inaugurazione della manifestazione. Questa etichetta ha una valenza che va ben oltre il contenuto, comunque splendido, è un vino che sintetizza questo territorio abbattendone completamente i confini che oggi restano solo a livello geopolitico. Brda e Collio sono la stessa cosa perchè insistono su un territorio geologicamente indiviso e la linea di confine è soltanto un tratto su una cartina segnata dall’uomo e della storia. E’ così che quasi per gioco Robert Princic (Gradis’ciutta) dal Collio e Matjaz Cetric (Ferdinand) da Brda decidono insieme di realizzare un vino transfrontaliero: il vitigno è la Rebula, ognuno vinifica una base, insieme assemblano la massa. Il metodo utilizzato è quello classico con lunga sosta sui lieviti (quasi quattro anni), la presentazione nel 2011 avviene al cospetto dei Presidenti italiano e sloveno Napolitano e Pahor. Il nome scelto? “Sinefinis”, senza confini.

Giorno 1

La mattina inizia con un fuori programma, una doverosa visita a coloro che hanno creduto fortemente in questa manifestazione ed a cui sono grato per avermi coinvolto nel corso degli anni: Marjan e Valerija Simcic. Come di consueto quello che doveva essere un semplice saluto, si trasforma in una degustazione di tutte le annate correnti prodotte dal Domaine, ma di questo vi parlerò in un articolo a se stante.

L’apertura ufficiale avviene qualche ora dopo all’interno della Klet Brda a Dobrovo, la più importante realtà cooperativa della zona, fondata nel 1958 e ancora gestita da viticoltori locali che conferiscono ad essa le proprie uve. A tenere il discorso inaugurale è il presidente Marjan Simcic dell’omonimo Domaine. “Siamo lieti di presentare la sesta edizione della Brda Home of Rebula. Abbiamo riunito professionisti dall’Asia, dal Nord America e da numerosi paesi europei, con l’intento di far conoscere le sfumature di questo territorio attraverso le varianti del suo vitigno principe, la Ribolla”. Le cantine presenti in questa edizione sono: Dolfo, Edi Simcic, Erzetic, Ferdinand, Klet Brda, Marjan Simcic Domaine, Medot e Scurek per la Slovenia, Gradis’ciutta, Jermann e Sturm per l’Italia.

Iniziamo la giornata con un assaggio di spumanti a base di Rebula:

– Scurek Brut Zero

– Klet Brda Paneca Rebula 2021 

– Erzetic Rebula Sentio

– Medot Brut 48

– Ferdinand Brut Nature

– Sinefinis Rebolium

6 interpretazioni molto diverse tra loro che non fanno altro che confermare la duttilità del vitigno che grazie alla sua acidità di base si presta in maniera egregia anche alla produzione di spumanti. 

E’ il turno di Matteo Bellotto, autore di Storie di Vino Friuli, grande comunicatore della sua terra, con una presentazione che parte dalla storia e dalla geologia e sfocia in una trasposizione romantica attraverso il mito di Bora, una leggenda i cui accadimenti si intrecciano immaginariamente con queste terre.

La giornata prosegue con un tour in jeep 4×4 attraverso punti panoramici e vigneti di Brda. Assieme al professor Denis Rusjan sono stati approfonditi sul campo i temi di composizione del suolo, di esposizione e altitudine dei vigneti, delle loro importanti pendenze e di come la Bora influisse in maniera netta sulle piante.

La Evening Reception si tiene nella meravigliosa cantina Edi Simcic dove a una deliziosa cena a cura di Orsone si accompagnano le Ribolla versione “fresca” di tutti i produttori partecipanti, annata 2022. Presentata da Darinko Ribolica, enologo capo di Klet Brda, come “un’annata particolarmente complessa ma che grazie al grande lavoro in vigna si è rivelata una delle più interessanti delle ultime decadi per la Ribolla”. “Le condizioni meteo estreme hanno contribuito a creare vini dotati di elevata acidità e di una struttura più importante della norma, caratteristiche che permetteranno a questi vini di durare a lungo nel tempo”.

Le Ribolla 2022 hanno effettivamente caratteristiche peculiari: la versione “fresca” ha solitamente colori meno intensi, corpo più moderato e immediata lettura, vini semplici e beverini per semplificare. L’annata in questo caso incide in maniera predominante e permettetemi, sarebbe questo il bello del mondo del vino. Nei calici troviamo vini dal colore brillante e talvolta intenso, ricchi di profumi e di media profondità olfattiva, riempiono il palato grazie a morbidezze difficilmente espresse in questa versione pur mantenendo una grande bevibilità. Vini destinati a durare a lungo e che potranno ulteriormente evolversi negli anni. Annata da cerchietto rosso, vi consiglio di farne scorta!

Durante la serata è stata premiata colei che più di ogni altro ha scritto e raccontato al pubblico internazionale il territorio di Brda, madrina della serata e conduttrice della Master Class, Caroline Gilby, Master of Wine inglese con grandissima esperienza sui vini dell’Europa Centro-Orientale.

Giorno 2

Il terroir: i dati e le comparazioni presentate da Giovanni Bigot

Parlando dell’area nel suo complesso si contano 3.300 ettari, circa 400 produttori, quasi 13 mila abitanti, l’80% dei vini prodotti sono bianchi. Se suddivisi per paese di appartenenza questi dati sono più o meno speculari, interessante è sapere che in Slovenia si produce una percentuale superiore di rossi (26% contro 13%) e che la Rebula è molto più presente rappresentando il 21% dei vitigni coltivati (11% nel Collio). Il clima è influenzato dal Mediterraneo e dalle Alpi, le vigne sono generalmente di piccola dimensione, in zona di media e alta collina spesso su terrazzamenti immersi nella vegetazione, il suolo è costituito da un’alternanza di marna (strato più tenero) e arenaria (strato più duro di sabbie cementate dal calcio), che in queste zone viene chiamato Ponca/Opoka. Come spiega Denis Rusjan, professore dell’Università di Lubiana, la peculiarità di questo terreno che lo rende unico è il meccanismo naturale che regola la disponibilità idrica della pianta perchè l’arenaria permette di drenare l’acqua in eccesso e la marna funge quasi da spugna trattenendo l’acqua. E’ questo sistema naturale che permette di regolare lo sviluppo della vite sia in annate particolarmente calde e secche che in annate fredde e piovose, cosa più unica che rara in tutto il panorama vitivinicolo mondiale.

I dati sopra riportati provengono da una interessantissima analisi di Giovanni Bigot, agronomo e consulente di importantissime realtà vitivinicole. La sua presentazione durante la Masterclass ha messo l’accento sulla comparazione di Brda/Collio con altre realtà vitivinicole mondiali, ponendo l’accento sull’unicità di questo territorio e facendone capire le differenze più rilevanti a livello complessivo di terroir.

Partiamo dai dati identificativi di Brda/Collio: il terreno è di media collina con altitudini medie di circa 200 metri s.l.m., pendenze importanti e numerosi terrazzamenti, il suolo come dicevamo è caratterizzato dalla ponca con presenze di calcare da un minimo del 7 ad un massimo del 27%, il clima è caldo e piovoso con temperature medie annue di 21,8 gradi centigradi e precipitazione medie di 632mm. Bigot raccogliendo i dati climatici degli ultimi 5 anni nel periodo Aprile-Settembre riesce a rappresentare su un grafico le sostanziali differenze tra zono vitivinicole ed il risultato è alquanto sorprendente. Incrociando precipitazioni e temperature medie Brda/Collio si colloca all’estremità del quadrante alto/destro dove l’unica regione similare ma con più basse temperature medie è la Valtellina Superiore che però mostra un dato di escursione termica minore di circa 1 grado. In contrapposizione troviamo territori come la Borgogna e le Langhe dove le precipitazioni sono scarse e le temperature medie decisamente più basse. Focalizzandoci su Brda/Collio e sul tema del cambiamento climatico viene proposto un grafico che riporta escursione termica e temperature medie dei 60 giorni antecedenti le ultime 39 vendemmia. E’ lampante quanto con il passare degli anni le temperature medie siano aumentate: nei quadranti di sinistra troviamo la maggior parte delle annate antecedenti al 2000, considerate che tra la 1994 e 1996 (le annate più fredde con temperature medie intorno ai 19°) e quelle più calde, 2018 e 2022, balla una differenza di quasi 5 gradi. Discorso molto diverso prendendo in considerazione l’escursione termica che presenta meno variabilità in rapporto all’innalzamento delle temperature medie. 

Cosa sintetizzano tutti questi dati? Senza dubbio che ci troviamo di fronte ad un territorio unico nel suo genere che dalle difficoltà riesce addirittura a trarre benefici. L’innalzamento delle temperature genera in incremento del deficit di acqua che per la Ribolla in particolare significa un aumento della qualità. La particolarità della composizione del suolo permette in annate con scarse precipitazione di fare da polmone per la vite, con la sua funzione di spugna e dal lato opposto, in caso di abbondanti piogge riesce a drenare evitando accumuli di acqua in superficie. Altra importante caratteristica è quella della superficie fogliare: si stimano circa 1,5 metri quadrati di foglie ogni kg di uva, fattore che permette grande copertura dal calore sulla pianta e che riduce notevolmente le tecniche di potatura verde, ovviamente nelle annate calde. Aggiungiamo che la notevole biodiversità della zona sintetizzata nel rapporto tra vigne e bosco di circa 1/3. La somma di questi fattori genera un prodotto finale ricco di profumi, colore e struttura, con concentrazioni importanti e buona complessità e longevità.

La Ribolla è la risposta al cambiamento climatico? Decisamente sì.

Masterclass 1: Verticale di Ribolla 2019 – 2022

Premessa: sono stati individuati 3 differenti versioni di Ribolla: Classic, Mature, Extended Skin Contact. Questo grazie alla versatilità del vitigno che ne permette differenti interpretazioni che possono adattarsi a qualunque palato.

Classical Rebula Wines

Lo stile classico, che amo definire anche “fresco”, punta ad ottenere dei vini immediati, di grande freschezza e beva, da godersi fin da subito. In questi vini ergono le note tipiche di pesca, fiori bianchi, limone e mela verde. Al palato spiccano le durezze (grande acidità) assieme ad una mineralità marcata. La vinificazione avviene per lo più in acciaio o con brevi passaggi in legno grande. Sono solitamente le prime uve ad essere raccolte.

Dolfo – Rumena Rebula 2022

Quello che Marko Skocaj ripete ad ogni occasione è che i suoi vini sono “estremamente secchi”, quasi un motto che vuole rappresentare il suo stile. E così è questa Ribolla, un vino verticale dove le durezze prevalgono in gioventù, dove la freschezza è estrema grazie a mineralità e sapidità, dove i profumi sono carezze floreali e fruttate per il naso.

Klet Brda – Rebula Quercus 2022

Se dovessi utilizzare un esempio per spiegare la versione “fresh” di una Ribolla utilizzerei senza alcun dubbio quello di Klet Brda. Una ribolla didattica nei profumi mela verde, pesca, erbe aromatiche e mandorla sul finale. Un vino caldo, secco, minerale, di grande freschezza e piacevolezza di beva.

Jermann – Vinnae Ribolla Gialla 2022

Quella di Silvio Jermann è una Ribolla che mostra un frutto croccante, di grande freschezza ed equilibrio al palato, con sentori di zest di limone ed erbe officinali. Il passaggio in legno, perfettamente integrato, le dona complessità al palato e smussa un sorso prettamente verticale.

Mature Rebula Wines

Vini complessi ed eleganti, dalla texture molto ricca e dai profumi che si arricchiscono di sfumature e profondità. Le acidità si addolciscono, le morbidezze aumentano. Viene generalmente fatta una più scrupolosa selezione in vigna, così come la selezione delle viti propende per quelle più datate. Rese più basse, vendemmia a fine settembre, affinamenti in legno/cemento di durata maggiore (18/36 mesi).

Medot – Rebula Journey 2022

Simon Simčič ci presenta una Rebula di grande complessità. 48 ore di contatto con le bucce, affinamenti in acciaio e botti fino alla primavera successiva la vendemmia oltre a una sosta in bottiglia di circa 3 mesi. La sua versione regala sentori freschi al naso di fiori di campo, erbe officinali, pesca e melone bianco. Un palato ricco ed equilibrato ed un lungo finale.

Sturm – Ribolla Gialla 2022 BIO

Denis e Patrick sono i volti della loro azienda situata a Carmons. Vigne di 30 anni, condizione biologica, affinamento in tonneaux. Naso splendido e davvero elegante: fiori gialli, pera matura, erbe officinali dove emerge la menta. Sorso pieno e divertente dove si alternano sensazioni di grande freschezza a sensazioni di rotondità. Bello anche il finale, lungo e agrumato.

Gradis’ciutta – Sveti Nikolaj Rebula 2021

Versione quella di Robert Princic che ho adorato per l’armonia generale del suo vino. Robert coltiva a Brda e vinifica a San Floriano del Collio. Vendemmia ad Ottobre, maturazione in botti grandi di rovere di Slavonia e sosta in bottiglia di 12 mesi. Il risultato è una Ribolla dal colore paglierino carico con riflessi dorati, dai profumi agrumati e di frutti maturi e croccanti al tempo stesso, sentori di erbe officinali e sfumature di miele di acacia. Il sorso ha una trama fitta e di perfetto equilibrio tra acidità e struttura, con finale lungo e rinfrescante.

Scurek – Rebula Up 2020

Alla guida dell’azienda di famiglia c’è il giovane Tomaz, la quinta generazione Scurek. La sua UP proviene da vigne di 40 anni, uve raccolte a mano ad inizio Ottobre, fermentazione in botti di rovere con il 30% dei chicchi a contatto con le bucce, seguono 2 anni di passaggio in botti (nuove ed usate) e 6 mesi di bottiglia. Si presenta di colore oro, con al naso un bouquet di frutta matura (pesca, albicocca) che sfuma su frutta secca e disidratata. Il sorso è ampio, di notevole struttura e ben sorretto da una leggera sapidità, mineralità e freschezza. Lungo finale su note di frutta candita e rinfrescanti erbe aromatiche.

Edi Simcic – Rebula 2021

Forse la più grande rappresentazione dello stile di Alex si può trovare in questa versione classica. Vinificazione in barrique e tonneaux di rovere francese, maturazione di quasi in un anno in barrique e ulteriori 6 mesi in bottiglia. Quello che emerge è un vino dai toni dorati, dal naso complesso e profondo ricco di nouances di erbe offinali e di fiori di campo. Ampiezza che emerge anche nel sorso, ricco e caldo ma sopratutto perfettamente armonico. Le spezie che al naso erano delle piccole ed eleganti sfumature, riaffiorano in un lungo finale, delicato e dolce con vaniglia e miele che quasi magicamente lasciano spazio ad una cosa sapida.

Klet Brda – Rebula Bagueri 2019

12 ore di macerazione, fermentazione in botti grandi e barrique. Maturazione di 1 anno e successivi 6 mesi in bottiglia. Al naso si alternano sentori di frutta a matura e note di noccioline tostate e cacao. Al palato sorprende per freschezza in quanto all’ingresso denota un corpo notevole ma successivamente emergono le componenti sapide e minerali. Questa alternanza prosegue anche sul finale dove leggere note di vaniglia fanno da contorno ad erbe officinali e rinfrescanti e scorze di agrumi.

Erzetic – Rebula Orbis 2019

Andrej è oggi il volto di una realtà ultra secolare (anno di fondazione 1725). Le uve utilizzate per la sua Orbis provengono dai vigneti tra i più alti di tutta Brda. La vinificazione avviene in ben 5 differenti legni a cui segue la maturazione di 1 anno in barrique e di 2 in bottiglia. Ne deriva una Rebula di grande complessità ed impatto olfattivo e gustativo. Con sentori che spaziano dall’agrume al frutto esotico passando per nocciole tostate ed erbe officinali. Stessa complessità e completezza la ritroviamo al palato dove il sorso è generoso e ben equilibrato. Sul finale, lungo, emergono nuovamente note terziarie, di tendenza dolce (miele e vaniglia) altre invece rinfrescanti di menta.

Extended Skin Contact Rebula Wines

Rossi travestiti da bianchi! Prodotti nelle migliori annate, uve raccolte per ultime e con grappoli perfettamente maturi. Contatti sulle bucce prolungati che possono spaziare dai 10 giorni a oltre il mese, maturazioni in legno o cemento per diversi anni. Troviamo vini con colori marcati tendenti all’ambra, sentori intensi e complessi, grande struttura al palato, enorme potenziale di invecchiamento.

Marjan Simcic – Rebula Opoka 2019

Dal Cru Medana Jama a 250 metri s.l.m esposizione nord/ovest, piante di quasi 70

anni, provengono le uve di questa strepitosa Rebula. Macerazione di 2 settimane in uova di cemento senza temperatura controllata, seguono 10 mesi di maturazione ancora in uova di cemento e ulteriori 12 in tonneaux per finire con 6 mesi di bottiglia. Colore ambra chiaro, naso di rara complessità: frutti tropicali, agrumi, frutta secca e candita, spezie dolci e piccanti. Imponente al palato dove entra ampio e avvolgente grazie ad una trama tannica fitta e setosa. Finale lunghissimo di menta, rosmarino, con scia sapida.

Ferdinand – Rebula Brutus 2019

Dalla vigna Kalehe di età media 35 anni, vendemmia e selezione manuale, fermentazione spontanea con lieviti indigeni. Le stesse botti vengono ricolmante e l’uva rimane 12 mesi in contatto con il vino. Ulteriore anno di maturazione una volta separato e 6 mesi di bottiglia. La Rebula di Matjaz Cetric ha un naso di frutta essiccata, di fieno ed erbe aromatiche, di spezie. Robusto il sorso ma ben bilanciato dalla grande acidità. Lungo finale che invoglia il sorso.

L’intervallo tra le due Masterclass è stato allietato da un delizioso pranzo a cura dello Chef Tomaz Kavcic. Tomaz, patron del Pri Lojzetu Dvorec Zemono nel cuore della valle del Vipacco in Slovenia, ha ricevuto la stella Michelin dalla prima edizione della Guida per la Solvenia nel 2020. Buffet ricchissimo e contornato da effetti speciali come ad esempio la trota affumicata servita direttamente dalla lenza di una canna da pesca. Personaggio vulcanico con cui ho avuto il piacere di scambiare due parole sia la sera precedente che durante il pranzo e che mi sono ripromesso di andare a trovare nella mia prossima visita in Slovenia.

Masterclass 2: Duetto di Ribolla di ciascun produttore

Potenziale di invecchiamento

Jermann

– Vinnae Ribolla Gialla 2019

– Vinnae Ribolla Gialla 2012

Silvio Jermann, dopo le ormai note cessioni di quote della società ad Antinori (rimangono comunque a suo titolo una parte minoritaria) si sta muovendo pesantemente sul territorio di Brda avviando una sua azienda proprio in Slovenia. La sua presenza riveste un duplice significato perchè rappresenta la Jermann “italiana” sempre presente a tutte le edizioni della Brda Home of Rebula, ma ad oggi rappresenta anche la nuova anima “slovena” di cui a breve sentiremo sicuramente parlare. Le sue Vinnae mostrano una freschezza assoluta che non si disperde con il tempo (clamorosa la 2012 sia nel colore che nei profumi e soprattutto nel gusto). Entrambe con screw cap, cosa che Jermann rimarca fortemente, essendo in Italia uno dei più agguerriti sostenitori del tappo a vite assieme agli amici Franz Haas, Walter Massa, Pojer e Sandri, Prà, ormai meglio conosciuti come “gli svitati”. Tappatura che senza dubbio ha preservato la grande freschezza dei vini senza rischi di alterazione negli anni.

Ferdinand

– Rebula Epoca 2017

– Rebula Epoca 2007

Matjaz Cetric ci regala due Rebola con 10 anni di differenza tra loro. La sua “Epoca” è una Ribolla che affina in rovere per 1 anno e che esce mediamente a 18 mesi dalla vendemmia. La 2017 mostra notevole intensità e complessità con sentori di frutta matura ed erbe officinali, la 2007 impressiona per un’evoluzione tanto misurata quanto sviluppata perchè ha un palato che gioca ancora sulle durezze ben bilanciate da un’importante struttura ed un naso di grande profondità dove emergono terziari come le spezie ed il miele.

Edi Simcic

– Fojana Rebula 2017

– Fojana Rebula 2021

Alex Simcic ci presenta una verticale al contrario basata molto sulla differenza di annata. La 2017 è una Rebula dal naso profondo e complesso che gioca su fiori gialli, frutta matura e candita, agrumi e una nota di spezia dolce. Il sorso è caldo e pieno, vino di struttura importante che non prevale eccessivamente sulla freschezza, ancora giovanissimo e con grande potenziale di invecchiamento. La 2021 annata ancora più calda della 2017 presenta la particolarità di avere il record di escursione termica giorno/notte più alto degli ultimi 40 anni (quasi 11 gradi). Risultato? Vino di grandissima freschezza, leggermento sapido e minerale, decisamente più bilanciato rispetto all’altro.

Klet Brda

– Rebula Bagueri 2020

– Rebula Bagueri 2013

Due annate molto simili per condizioni climatiche a confronto. Splendida coppia che ti fa capire come da un percorso similare il fattore tempo incida sul vino. In sostanza una mondo didattico per capire come evolve la Ribolla in 7 di bottiglia. Si passa da sentori freschi di frutta e fiori a terziari quali il miele di acacia, la frutta disidratata, lievi piccantezze speziate. Il colore da giallo intenso diventa oro puro.

Marjan Simcic Domaine

– Rebula Opoka 2016

– Rebula Opoka 2014

Altro interessante confronto quello proposto da Marjan Simčič. Due annate molto diverse tra loro: la 2016 annata ricca e regolare dal punto di vista climatico, 2014 (molto simile all’attuale 2023) piovosa e fredda. Solo le scelte fatte in cantina a determinate due capolavori, il primo principalmente della natura, il secondo principalmente umano. Se dalla 2016 ci si poteva aspettare un vino equilibrato e perfetto, quello che si trova nella 2014 è qualcosa di straordinario in termini di eleganza, complessità e longevità.

Differenti vinificazioni

Sturm

– Ribolla Gialla 2022

– Ribolla Gialla 2020 BIO

La coppia di Ribolla dei fratelli Sturm, Denis e Patrick, parte con la leggiadra 2022, vino di splendida freschezza che in giovinezza mostra tratti gustativi quasi acerbi per la grande acidità. Splendido naso di agrumi, mela verde e fiori bianchi. Uve diraspate e macerate a freddo e successivo passaggio in acciaio e bottiglia. La 2022 appartiene alla linea Bio, filosofia che passa dalla carta utilizzata per l’etichetta, con fibre naturali, alla riduzione del peso del vetro, e parte dal minimo intervento in vigna con piccoli interventi di copertura con rame e zolfo, l’utilizzo del sovescio e niente diserbo. Vigna di 35 anni a Cormons, macerazione con sistema Ganimede che regala un’estrazione delicata e macerazione pellicolare in ambiente sterile. Fermentazione naturale, maturazione in acciaio e tonneaux. Ne esce un vino più generoso, con sentori di frutta matura e erbe officinali, notevole ampiezza al palato e finale lungo e sapido.

Medot

– Rebula Journey 2021

– Rebula Golden Epoque 2021

Purezza e complessità. Se la Journey denota grande freschezza (inox e 2 ore di macerazione), la Golden Époque assume una notevole complessità come complessa è la sua lavorazione. 12 ore di macerazione, 12 mesi in barrique e tonneaux, 6 mesi in acciaio. Prodotto ancora non in commercio ma che farà sicuramente parlare di se.

Dolfo

– Rumena Rebula 2022 Macerata

– Rumena Rebula 2018

La macerazione rappresenta la novità di casa Dolfo, primo esperimento di Marko sulla Ribolla. Se la 2018 porta con se lo stile aziendale conosciuto fino ad ora, la 2022 lascia presagire importanti sviluppi. Chi ben comincia è a metà dell’opera.

Gradis’ciutta

– Sveti Nikolaj 2020

– Sveti Nikolaj Serendipità 2018

Etichetta bianca e nera a confronto per i vini di Robert Princic. La black label è una versione macerata di Ribolla: vino sorprendentemente agile nonostante il contatto prolongato sulle bucce. Emergono sì sentori di frutta matura e disidratata ma permangono sentori freschi di fiori bianchi, agrumi, note balsamiche. Anche il sorso è agile, di gran corpo ma ben bilanciato da mineralità, freschezza e sapidità. La white label fa invece una breve macerazione e circa 1 anno di maturazione in botti grandi. Qui prevale la freschezza fatta di sentori di frutta gialla, di agrumi, di mela verde, di nocciole. Rotonda, piena, sapida e minerale.

Scurek

– Rebula Orange 2020

– Rebula UP 2018

La coppia di Tomaz non solo ci fa capire le diverse declinazioni della sua Rebula in base allo stile ma anche quanto è apprezzabile la differenza di età tra di esse, lavorate in maniera differente. Se la UP 2018 evidenzia già una splendida evoluzione sia a livello olfattivo che gustativo, il sample della Orange ci fa capire come in gioventù ma con una macerazione più spinta si possono ottenere risultati fattivi circa la complessità e profondità dei profumi e anche nella pienezza del sorso. Veramente interessante questa sua nuova versione.

Erzetic

– Rebula Orbis 2018

– Rebula Amfora 2018

Anche Andrej Erzetic ci presenta due diverse vinificazioni per la stessa annata. Per Orbis 24 ore di macerazione a freddo, pressatura soffice, maturazione in legno (ben 5 legni diversi!) di 12 mesi e 2 anni di bottiglia. Frutta secca e fiori di campo, spezie (liquirizia su tutte!). Ingresso ampio e ricco che potrebbe far presagire una certa pensantezza ma che magicamente si equilibra grazie alla notevole sapidità e freschezza generale. Amfora prevede 7 mesi di macerazione in anfora, 24 mesi in barrique e 6 mesi di bottiglia. Vino ambrato dai toni balsamici e di resina, sorso pieno e caldo con lungo finale su note di caramello salato e spezie.

Conclusioni

Perché proprio la Ribolla Gialla?

Mi sono spesso chiesto come mai in un territorio così ricco di vitigni (bianchi e rossi) questi produttori illuminati avessero scelto di utilizzare la Ribolla mettendola al centro di un progetto così importante. Una delle prime risposte che mi sono dato è stata quella del “mercato”. Mi spiego meglio: per aprire il mercato di alcuni territori così piccoli non serviva lo Chardonnay o il Sauvignon, ma serviva qualcosa di unico, di identitario, quindi usare come un ariete la Ribolla significa aprirsi una strada mai percorsa e poi di conseguenza portarsi dietro il resto.

Inoltre come affrontato durante la due giorni, la Ribolla è una risposta molto forte al cambiamento climatico. È giusto puntare su un vitigno, uno dei pochi, in grado di adattarsi al meglio agli sconvolgimenti che il mondo a livello di clima sta subendo.

Declinare la ribolla in 3 stili serve ad accontentare tutti?

Di base è la pura verità ma dietro c’è molto di più perché è il vitigno stesso che permette di essere interpretato mantenendo la sua identità. Diventa d’obbligo offrire più interpretazioni dello stesso per farne conoscere le sfaccettature e le potenzialità.

“Non avevo mai degustato così tante Ribolla di diverse annate e di produttori diversi, con un filo conduttore così netto e comune” –

Concludo con queste parole accorate di Silvio Jermann che a mio avviso sintetizzano la mission dell’evento.

Difficile trovare parole migliori.

Ringraziamenti

Raramente ho toccato con mano una coesione e unione di intenti di questo livello. Un gruppo di produttori eterogeneo a cavallo del confine Italo sloveno accomunato dalla stessa passione per il territorio, per il vino e con l’obiettivo di farlo conoscere al mondo intero, fregandomene dei confini geografici. Evento che spero di aver raccontato nel migliore dei modi, andando il più possibile nel dettaglio. Evento organizzato nei minimi particolari e che a distanza di 3 edizioni si è ulteriormente perfezionato, fornendo un’esperienza a tutto tondo di quello che rappresenta il territorio. Due giorni intensi a contatto con chi di quella terra ne ha fatto casa e lavoro, pronta a raccontarla e condividerla, pronta a fartela vivere facendoti sentire a casa.

Grazie a tutti, ve ne sarò sempre grato.

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