𝕍𝕚𝕟𝕔𝕖𝕟𝕥 𝔾𝕒𝕦𝕕𝕣𝕪 – “𝕒 𝕄𝕚-ℂ𝕙𝕖𝕞𝕚𝕟” 𝕊𝕒𝕟𝕔𝕖𝕣𝕣𝕖 𝟚𝟘𝟙𝟟

Siamo a cena da @iloveyouenoteque quando sul tavolo mi viene appoggiato un calice. A portarlo è @guidohaverkock lo chef di un altro splendido ristorante della zona @tavoladiguido. – Assaggia – mi dice uscendo a prendere una boccata d’aria. Naso interessante, sorso piacevole, ci ragiono un pò e capisco che si tratta di un Sauvignon, buono, niente di più penso in quel momento. Terminata la cena scopriamo la bottiglia: è un Sancerre, è un vino molto importante. – Riassaggiala domani con calma – mi dicono lasciandomi quello che resta. Passano 2 giorni prima che casualmente mi torni alla mente, riempio il calice, avvicino il naso e… boom: il vino è cambiato, adesso emergono intense note minerali di pietra focaia e di silice, la parte agrumata e fruttata che prima la faceva da padrona ora è un elegante corredo. Il sorso è verticale, sapido, minerale e fresco ma non manca di struttura. Il finale è di una pulizia incredibile e lascia emergere splendide note di fiori bianchi. Tanta è la sorpresa che mi vado a documentare: Gaudry è uno dei pionieri della biodinamica in Sancerre, 11 ettari su terreni composti da argilla, calcare e silex, allevati a guyot con alta densità per ettaro e rese molto basse. Vino monumentale: c’è un solo Sauvignon Blanc della Loira che riesco ad equiparare a questo ed è il Silex di Didier Degueneau.

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