Le nuove annate dei Brunello di Casanova di Neri in super anteprima

Quest’anno mi sono avvantaggiato non potendo essere presente a Benvenuto Brunello e così la mia ormai consueta visita a Casanova di Neri si è svolta ad inizio di Novembre. Potrebbe essere inutile e ripetitivo, ma trovo doveroso ringraziare Giovanni, Giacomo e Gian Lorenzo per la consueta disponibilità e accoglienza, credetemi non è così scontato.

Nei calici i loro 4 Brunello: Etichetta Bianca, Tenuta Nuova e Giovanni Neri 2019, Cerretalto 2018. Una lineup che permette di apprezzare le differenze di terroir all’interno di un’annata splendida come la 2019 e di capire come il mitico Cerretalto emerge nella 2018.

Partiamo da una breve analisi delle annate:

2018

Classica ed elegante, buona acidità, tannini persistenti, frutto molto fresco – così era stata definita un anno fa dal presidente del Consorzio. Mi permisi a suo tempo di puntualizzare sostenendo che la 18 non era così distante dalla 14 (molto bistrattata) e che i vini si presentavano per la maggior parte sì eleganti e dal frutto fresco, ma anche più esili nella struttura e dalla beva più semplice e immediata e dal non pronosticabile potenziale di invecchiamento. Ovviamente una sintesi generica che lasciò spazio ad eccezioni e che oggi ne trova una molto netta, ne parliamo dopo in merito al Cerretalto.

2019

Vini che si potevano solo rovinare in cantina – risponde così Giovanni Neri alla mia domanda sull’annata. Annata perfetta in cui i ritmi delle stagioni si sono susseguiti in maniera dinamica e priva di elementi anomali tanto da portare qualità e quantità delle uve: difficile chiedere di meglio.

Gli assaggi, a ritroso

Cerretalto 2018

Può un vino sovvertire il giudizio generale sull’annata? La risposta è in questo calice. Cerretalto è un mondo a se stante, un fazzoletto di terra unico in tutto il panorama ilcinese, che lo differenzia da tutto e tutti. Nel calice un colore rubino intenso e brillante, al naso mostra un frutto maturo che spazia dalla prugna al ribes e lampone, alterna note floreali di viola a nouance di spezie come il pepe e il chiodo di garofano. Si intravede già una leggera e delicata terziarizzazione con note di grafite e caffè. Al palato emerge la sua consueta verticalità dove sapidità e freschezza sono impressionanti, difficilmente tenute a bada, al momento, da una comunque importante struttura. Tannino dalla texture incredibilmente elegante e fitta. Il finale è lunghissimo e con la sua scia sapida e balsamica incredibilmente rinfrescante. 

Giovanni Neri 2019

Se la prima uscita nel 2018 mi stupì enormemente, già con i Rossi di Montalcino mi ero entusiasmato, con questa 2019 abbiamo definitivamente inquadrato le potenzialità di questo straordinario Brunello proveniente dalla zona sud/est di Sesta. Ne ritrae la zona dal punto di vista olfattivo e gustativo portando con se un’eleganza straordinaria. Frutto rosso maturo, arancia sanguinella, una miriade di sfaccettature che vanno dalle erbe officinali alle spezie. Il sorso ti riempie il palato e lo scalda per poi essere rinfrescato e asciugato dalle imponenti durezze: sapidità, tannino straordinario per fattura e finezza. Lunghissima persistenza e splendido gioco di aromi che risalgono dal palato al naso portando con se sensazioni balsamiche assieme ad agrumi e spezie.

Tenuta Nuova 2019

L’altra faccia del versante Sud. Non è facile avere una linea di Brunello dove ognuno acquisisce un’identità propria, figuratevi differenziarsi pur provenendo da una zona attigua. Al naso emergono maggiormente le spezie, di tendenza dolce come la vaniglia, una più accentuato nota boisè, un frutto maturo ed in alcune sfumature in delicata confettura di frutti di bosco. La congruenza naso palato è netta perchè anche il sorso regala sensazioni più calde e morbide, al primo impatto pieno e rotondo si alternano però componenti di grande freschezza ed un tannino imponente. Tra tutti forse quello più indietro nell’equilibrio e nella beva, dimostrazione di austerità e di bisogno di tempo per esprimersi al meglio. Potenziale evolutivo incredibile.

Etichetta Bianca 2019

L’ho voluto lasciare per ultimo nonostante sia stato il primo ad essere assaggiato appositamente per ribadire quanto sto affermando da anni. Le selezioni, i single vineyards stanno avendo un impatto a mio avviso devastante su quella che dovrebbe essere la vera bandiera di ogni azienda, il Brunello Annata, l’entry level dei Brunello per dirla in maniera sgarbata. In troppi stanno concentrandosi sugli altri vini, mossi prevalentemente dall’impatto a livello commerciale e quindi di prezzo delle Selezioni, perdendo di vista il Brunello che rappresenta la maggior produzione di ogni azienda. Ho trovato questa 2019 di Etichetta Bianca straordinaria, dei 4 assaggiati la versione che mi più mi ha emozionato e compiaciuto, visto quanto detto sopra. Un Brunello perfetto: naso complesso e profondo che gioca sul frutto maturo accompagnato da erbe officinali e spezie, sorso armonico dove regna un equilibrio perfetto tra morbidezze e durezze, finale lungo e pulito, beva straordinaria. La perfetta rappresentazione di come dovrebbe essere il Brunello Annata.

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