In questo articolo vi parlerò di una delle realtà enologiche più affascinanti d’Italia: Montevertine. L’occasione è la presentazione in anteprima della linea completa prodotta dall’azienda in uscita in commercio proprio in questo mese e la location è d’eccezione tanto da portare Martino Manetti a giocare in trasferta a Montalcino, al Ristorante Osticcio. L’evento è sapientemente organizzato da Davide Bonucci, Enoclub Siena, con un menù degustazione appositamente studiato dallo Chef Ronald Bukri.
Un po’ di storia:
Due cenni storici e poi passeremo alla descrizione dei vini e dei piatti in abbinamento.
Montevertine nasce a fine anni ‘60 dall’intuizione di un imprenditore valdelsano Sergio Manetti che inizia con il ristrutturare un podere in zona Radda in Chianti ed il piantare 2 ettari di vigneto con la volontà di produrre vino per uso familiare. La prima annata prodotta, la ‘71 ha talmente tanto successo che Manetti decide di dedicarsi completamente all’azienda agricola e si fa affiancare da un altro valdelsano, Poggibonsese per la precisione, che farà storia: Giulio Gambelli, l’indimenticato “Bicchierino”. Da quel momento parte un’ascesa destinata a non fermarsi mai, ulteriormente accelerata dall’uscita nel 1977 del primo Sangiovese in purezza della zona, il mitico “Pergole Torte”. Oggi Montevertine opera su 18 ettari di vigne in regime biologico ed è condotta da Martino Manetti, figlio di Sergio.
Pian del Ciampolo – Toscana IGT – 2017
🍇 90% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Colorino
📍 Radda in Chianti (SI)
🍁 Guyot per le vigne vecchie, Cordone Speronato per i nuovi impianti
🦠 Resa per ettaro 45hl, densità 3.200 viti per ettari per i vigneti antecedenti al 1997 e 5.000 per quelli impiantati successivamente
🍀 Biologico dal 2009
⏳ Fermentazione alcolica in vasche di cemento per circa 25 giorni, malolattica in vasche di cemento, 12 mesi in botti di rovere di Slavonia, 3 mesi in bottiglia
Partiamo dalle cose difficili: Monteverine gioca in trasferta a Montalcino e parte con un contropiede sorprendente. Se non avessi saputo che l’annata era la 2017 probabilmente non l’avrei mai nemmeno pensato e devo dire che dei vini presentati, lasciando da parte il grande regalo finale di Martino Manetti, questo Pian del Ciampolo è stato quello che mi ha sorpreso di più. Il colore è un bellissimo rubino brillante, al naso mostra un frutto di una precisione quasi imbarazzante: il bouquet è semplice ma davvero fine con note floreali in prima battuta ed un frutto rosso carnoso, note balsamiche e una leggera spezia. Al palato è fresco e ben equilibrato con un finale persistente e di perfetta pulizia.
🍽 Musetto e lingua con peperoni, bietole e senape: nonostante la complessità del piatto dai sapori estremamente decisi ma super equilibrati, Pian del Ciampolo si abbina perfettamente grazie ad un importante acidità che tiene a bada la succulenza del piatto. Iniziamo alla grande!
Montevertine – Toscana IGT – 2016
🍇 90% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Colorino
📍 Radda in Chianti (SI)
🍁 Guyot per le vigne vecchie, Cordone Speronato per i nuovi impianti
🦠 Resa per ettaro 45hl, densità 3.200 viti per ettari per i vigneti antecedenti al 1997 e 5.000 per quelli impiantati successivamente
🍀 Biologico dal 2009
⏳ Fermentazione alcolica in vasche di cemento per circa 21 giorni, malolattica in vasche di cemento, 24 mesi in botti di rovere di Slavonia, 3 mesi in bottiglia
Questo è il vino storico di Montevertine, il primo a vedere la luce nel 1971 come Chianti Classico e diventato semplicemente “Montevertine” dal 1982 a seguito dell’uscita dell’azienda dal Consorzio. Rimane il suo assemblaggio tradizionale e soprattutto la finezza donata dal Sangiovese nella sua versione più elegante possibile. Un inno al territorio ed una riconoscibilità unica: se volete bere un sorso di Radda questa è senza dubbio una delle scelte più azzeccate!
Il colore è rubino intenso e brillante, alcune sfumature violacee. Al naso è netto, preciso, impeccabile: mammola, ciliegia, prugna e frutti di bosco, bellissima sensazione balsamica ed erbacea che donano una freschezza che poi si ritroverà anche al palato. Una spezia ben integrata e non preponderante, sopratutto liquirizia. Il sorso è avvolgente, equilibrato e caldo. Tannino fitto che ancora deve svolgersi ma del quale si capisce subito la trama elegante. Nel finale tornano sensazioni balsamiche ma anche vegetali, lungo e fine. Grandissimo vino in un’annata eccellente.
🍽 Spaghetti Gerardo di Nola, burro d’alpeggio, paprika, Parmigiano Reggiano Vacche Rosse 36 mesi, limone
Le Pergole Torte – Toscana IGT – 2016
🍇 100% Sangiovese
📍 Radda in Chianti (SI)
🗿 Galestro e argilla
🍁 Vigneti storici piantati tra il 1968 e il 1999
⛰ 350/600 mt s.l.m.
🦠 Resa per ettaro 40hl
🍀 Biologico dal 2009
⏳ Fermentazione alcolica in vasche di cemento per circa 25 giorni, malolattica in vasche di cemento, 12 mesi in barriques Allier, 12 mesi in botti di rovere di Slavonia, 3 mesi in bottiglia
Primo Sangiovese vinificato in purezza nella zona di Radda in Chianti, prodotto per la prima volta nel 1977. Quel vino venne bocciato dal Consorzio del Chianti Classico perché non rispettava il disciplinare dell’epoca e questo spinse Manetti ad abbandonare l’etichetta del Gallo Nero, uscendo come “vino da tavola”. Quel vino da tavola è oggi storia ed icona dell’enologia toscana ed italiana, una delle pietre miliari sulle quali è impressa la firma del mitico Giulio Gambelli. Ultima curiosità sono le etichette: volti di donne con tratti spigolosi opera dell’artista Alberto Manfredi.
Parliamo del vino: vista la precedente monumentale 2015 sarebbe stato già tanto fare altrettanto invece a mio avviso questa 2016 è anche superiore! Rosso rubino profondo, lucente. Al naso regna l’eleganza e la complessità dei profumi: bastano pochi secondi per capire la grandezza di questo Pergole. Violetta, ciliegia, lampone, mora, amarena, liquirizia, pepe e chiodo di garofano, menta ed eucalipto, erbaceo e vegetale. Potrei continuare per molto… Al palato svela un tannino incredibilmente fitto ma che ancora deve distendersi ed affinarsi, il sorso è fresco, leggermente sapido, avvolgente. Finale lunghissimo, ancora balsamico, una bevuta già grandissima ma che diventerà indimenticabile tra qualche anno.
🍽 Risotto con ragù di cervo e agrumi
Il Sodaccio di Monte Vertine – Vino da Tavola – 1987
🍇 85% Sangiovese, 15% Canaiolo
📍 Radda in Chianti (SI)
🗿 Calacareo, sassoso
🍁 Vigna “Il Sodaccio” 1,5 ettari
⛰ 380/420 mt s.l.m.
⏳ Fermentazione alcolica in vasche di cemento, malolattica in vasche di cemento, 24 mesi in botti da 8, 10, 12 hl
Ci troviamo di fronte ad una bottiglia storica, un primo tentativo di cru aziendale prodotto da una singola vigna, nato su richiesta di Giorgio Pinchiorri che per il suo ristorante ha avuto l’esclusiva per le annate ‘81 e ‘82.
Quello che ci fa Martino Manetti non è un semplice regalo (una delle ultimissime doppie magnum rimaste) ma una vera e propria esperienza di qualcosa del passato che non c’è più. Il pensiero di Martino va agli artefici di questo mitico vino che non ci sono più: suo padre Sergio, il cantiniere Bruno Bini e Giulio “Bicchierino” Gambelli.
Un vino specchio del territorio: granato, terroso e ferroso, con un’acidità ancora viva ed un tannino marcato. Un’annata debole dove la terziarizzazione non spicca e nemmeno la struttura, ma che mi lascia davvero affascinato.
Ultimo aneddoto su Il Sodaccio che ci regala Martino: giunto il momento di vendemmiare suo padre Sergio, in quel momento impossibilitato a contattare la sua storica squadra di raccolta, in piena emergenza incaricò del raccolto Martino, non ancora maggiorenne assieme ai suoi amici e compagni di classe! Epico!
🍽 Pancia di Mora Romagnola, miele di castagno, aceto, anice stellato.
Le Pergole Torte – Aqua Vitae
Terminiamo con questa chicca che nasce dalla collaborazione tra Montevertine e la Distilleria Artigiana di Gioacchino Nannoni. Le vinacce utilizzate sono quelle di Sangiovese, provenienti dalla vendemmia del vigneto Le Pergole Torte. Tutto avviene presso la Distilleria a partire ovviamente dal processo di distillazione, per poi passare all’invecchiamento in caratelli di rovere (circa 4 anni) e relativo imbottigliamento. Un distillato al quale il nome “grappa” sta un po’ stretto e che ricorda molto come tipologia l’Armagnac. Colore ambrato, naso elegante, finezza e morbidezza al palato.
🍽 Eclaire, nocciola Piemonte IGP, fior di latte. Un dessert davvero spettacolare!
Conclusioni:
Inizio col fare i complimenti a Davide Bonucci, presidente di EnoclubSiena per l’organizzazione di una bellissima serata. Complimenti anche al Ristorante Osticcio di Montalcino: location favolosa, servizio impeccabile guidato dal bravissimo sommelier Alberto Ponziani, cucina super condotta da Ronald Bukri. Un locale a mio modo di vedere pronto a ricevere la stella dalla famosa guida rossa.
Per ultimo perché sicuramente abituato a stare indietro nelle posizioni vista la sua fede calcistica di colore viola, lo dico con ironia tipica toscana e da gobbo quale sono, Martino Manetti. È stato davvero un piacere condividere questa bellissima serata: starei ore ad ascoltare le sue spiegazioni, descrizioni ed i suoi aneddoti, a sentirlo recriminare che un vino così fatto in Francia, magari in Borgogna, potrebbe uscire a prezzi da capogiro, valutazione che da Chiantigiano DOC condivido a pieno. Non aggiungo altro sui vini, ho già detto tanto e anche quest’anno sono sopra quelle che erano le mie aspettative.