Anche in questo caso la premessa è d’obbligo: questa visita nasce da una conoscenza virtuale, quella con Marco Tradii, grande appassionato ed amante del Sangiovese, di Prato. Così scrivendoci sui social organizziamo la visita a questa azienda fino ad ora per me sconosciuta.
Ci troviamo a Panzano in Chianti, giornata turbolenta dove le nuvole aleggiano minacciose con il sole che ogni tanto fa capolino. 5 Ottobre, ultimi filari da vendemmiare, ultime casse svuotate sul banco di cernita, follature in corso: il periodo più bello per visitare un’azienda.
Un po’ di storia:
Il proprietario è Gianpaolo Motta, napoletano di origine ed appartenente ad una storica famiglia di industriali del cuoio. Studi di chimica ed enologia a Bordeaux, terra che ha amato fin da subito e che ha voluto riportare nel Chianti.
Inizia come operaio presso alcune aziende agricole chiantigiane tra cui Riecine, Albola e Rampolla per poi nel 1992 alla prima occasione utile acquistare La Massa. Per riuscire nel suo progetto suddivide l’azienda in 3 parti, rivendendo e i 2/3 e tenendosi la restante.
Parte affiancato da Carlo Ferrini operando all’interno del Consorzio Chianti Classico ma l’idea di creare una piccola Bordeaux si fa sempre più spazio così dopo 10 anni di collaborazione decide di avvalersi dell’enologo francese Stephane Dereoncourt prendendo una direzione incompatibile con quella del Consorzio.
Una scelta personale dettata da diversi fattori e da tanti studi sul territorio di cui vi parlerò in seguito. Una scelta che non è passata inosservata dato anche l’inserimento provocatorio in etichetta dell’immagine di un “gallo nero allo spiedo”.
La cantina:
La mia sensazione già dall’ingresso in cantina è stata subito netta e chiara: sembra di trovarsi a Bordeaux.
Il progetto della cantina infatti viene affidato all’architetto Bernard Mazieres che annovera tra le sue opere Château Mouton Rothschild, Latour e Petrus…giusto per fare qualche nome. La cantina è la riproduzione di una Ferrari: così ha voluto Giampaolo Motta grandissimo appassionato di Formula Uno. Colore Rosso Ferrari sul soffitto, bandiera a scacchi nel pavimento, 6 vasche di acciaio da un lato ed altre 6 dall’altro a rappresentare il famoso V12 della Rossa, zone laterali dipinte in nero per rappresentare le gomme. Ne parlerò nel dettaglio durante la descrizione della nostra visita.
La scienza applicata alla viticoltura:
Ad accoglierci e seguirci in tutta la visita è Francesco Bufalini, enologo della tenuta. Che La Massa sia qualcosa che esula dall’ordinario lo capiamo fin da subito anzi addirittura prima di arrivare perché nella cartellonistica stradale il loro cartello è stato volutamente arrugginito, quasi a non volersi far trovare o voler ribadire la loro non appartenenza al Consorzio. Inoltre per scelta “fuori dalla stampa italiana” quindi introvabile su guide o quotidiani di settore.
Prima di iniziare Francesco ci presenta delle tavole che riportano studi approfonditi su clima e terreno.
Partiamo dal clima: dal 2003 sono state installate in vigna delle stazioni meteorologiche. Le stazioni raccolgono dati circa la bagnatura fogliare, il vento, la temperatura, l’umidità, la radiazione solare, la pressione dell’aria e le precipitazioni. Tutti questi dati sono stati raccolti ed analizzati formando uno storico di oltre 15 anni: forse come me vi chiederete quale sia l’utilizzo. Molto semplice: ogni fenomeno analizzato ed accaduto può servire da campanello di allarme per anticipare e risolvere eventi negativi che potrebbero accadere in vigna. In sostanza si può capire se la vigna necessità di trattamenti, se le piante potrebbero essere colpite da malattie o infezioni, prevedere più in generale l’andamento dell’annata.
Altre tavole invece riportano lo studio dei suoli: in questo caso l’anno “zero” è il 2005. Suoli adiacenti ma di diversa conformazione: sabbie con poca sostanza organica si alternano ad argille ricche di scheletro, galestro a faglie oblique (tipico di Panzano). Sulla base di questi dati sono stati così decisi gli impianti, i vitigni sulle singole parcelle tanto che i filari sono spesso multi-vitigno con la conseguenza che la vendemmia viene fatta a macchia di leopardo. Lo si nota moltissimo dall’alto perché si vedono vere e proprie macchie di colore che riconducono alla tipologia di vitigno coltivato.
Aggiungiamo a tutto questo una cantina, ultimata nel 2011, dove niente è lasciato al caso: il fatto di voler rappresentare una Ferrari non è soltanto un vezzo estetico, significa ispirarsi ad un modello, ad una macchina perfetta e bellissima.
Entriamo in cantina nel pieno svolgimento delle operazioni di selezione sul banco di cernita. Appena svuotate le casse di uva dal trattore un team di 5 persone svolge la selezione manuale. Ci addentriamo nella sala successiva: ai lati 12 bocche di altrettante vasche in acciaio dove l’uva viene lasciata cadere per gravità. Con Francesco seguiamo il processo di follatura attuato da un pistone meccanico che scorre sul soffitto tramite binari spostandosi da una bocca all’altra.
Stanza successiva: una piccola barriccaia che prosegue in maniera più estesa al piano inferiore dove finalmente emergono le 12 vasche in acciaio rappresentazione del famoso motore V12.
La Massa può contare oggi su 45 ha di cui 20 vitati. Con i nuovi impianti si raggiungeranno 27 ha circa. L’altitudine media è di 360 mt s.l.m. La produzione annua è di circa 150K bottiglie delle quali il 93% va all’estero, un peccato direi, vista la riuscita finale.
La degustazione:
La Massa – Toscana IGT – 2015
🍇 60% Sangiovese, 30% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon, Alicante Bouschet
🍁 Cordone Speronato
🗿 Argille scagliose, galestro
🦠 6.259 ceppi per ettaro
🖐 Raccolta Manuale, selezione su tavolo di cernita
⌛️ 10 mesi affinamento in barrique di rovere francese, 20% nuove
🌡 13,5%
Colore rubino brillante. Al naso sprigiona sentori di frutta rossa, prugna, marasca e piccoli frutti di bosco. Il bouquet è preciso e denota una pulizia incredibile che poi si riscontrerà anche al palato. Entra rotondo, con un tannino fitto e con una buona struttura generale. Vino di ingresso dell’azienda ma che fa già vedere caratteristiche molto peculiari: un sorso piacevole che invoglia al successivo, sensazione balsamica in retro-olfattiva. Una curiosità: nella retro etichetta il famoso “gallo allo spiedo” simbolo di protesta utilizzato dal momento dell’uscita dal Consorzio.
Carla6 – Toscana IGT – 2016
🍇 100% Sangiovese
🍁 Vigna n.6
🗿 50/60 cm sabbia poi galestro a faglie oblique (tipico di Panzano e dal buon drenaggio)
🖐 Raccolta Manuale, selezione su tavolo di cernita
⌛️ 15 mesi in tonneaux, 14 mesi in cemento, 12 mesi in bottiglia
🌡 14%
Vino dedicato alla figlia, Carla appunto ed alla vigna, la numero 6, dalla quale proviene. Vigna che fino al 2008 veniva utilizzata per La Massa ma che a seguito di alcuni cambiamenti subiti è stata dedicata interamente alla produzione di questo Cru. Grappolo diventato spargilo e dalla buccia spessa e con una produzione sempre più limitata. Ne esce uno dei migliori Sangiovese in purezza assaggiati quest’anno, grande espressione di questo vitigno che facilmente si riesce a ricondurre a Panzano. Il colore è un tubino più intenso, leggermente più cupo. Il bouquet spazia dal floreale di mammola al frutto rosso, maturo ed in alcune note in confettura. Regna l’eleganza sia al naso che sopratutto al palato dove l’acidità ed il tannino sono sommessi, quasi a voler equilibrare naturalmente una struttura media. Tutto gioca sul filo della perfezione: quando spunta il tocco minerale e sapido il sorso assume una fantastica verticalità. Annata fantastica ed il bello deve ancora venire.
Carla6 – Toscana IGT – 2013
🍇 100% Sangiovese
🍁 Vigna n.6
🗿 50/60 cm sabbia poi galestro a faglie oblique (tipico di Panzano e dal buon drenaggio)
🖐 Raccolta Manuale, selezione su tavolo di cernita
⌛️ 15 mesi in tonneaux, 14 mesi in cemento, 12 mesi in bottiglia
🌡 14,5%
Quando gli anni contano, e come se contano. 3 anni in più rispetto al giovane 2016 riescono a farmi capire il potenziale evolutivo di questo meraviglioso vino. Se il ‘16 era comunque equilibrato ma con ampi margini di miglioramento, qui siamo di fronte ad un vino in prima fase di maturità. Poche differenze sul colore, siamo ancora su tonalità rubino, molte al naso dove l’evoluzione ha apportato oltre al frutto rosso maturo delle note speziate, tendenzialmente dolci, e sensazioni di sottobosco, fantastiche le note balsamiche di eucalipto e menta. Il sorso è maggiormente avvolgente, merito anche dell’annata, il tannino più presente ma ugualmente fitto e setoso. Finale lungo che lascia una bocca pervasa da note balsamiche. Gran vino, ma ancora tanta strada davanti a se.
Giorgio Primo – Toscana IGT – 2016
🍇 55% Merlot, 5% Petit Verdot, 40% Cabernet Sauvignon
🍁 Selezione delle migliori parcelle
🖐 Raccolta Manuale, selezione su tavolo di cernita, ulteriore selezione su un secondo tavolo
⌛️ Fermentazione senza aggiunta di lieviti, bassa solforosa, lotti elevati separatamente in barrique di rovere (80% nuove) per 18 mesi.
🌡 14,5%
#️⃣ 17.000 bottiglie
Vino dedicato al nonno, Giorgio appunto, la cui firma risalta in bel rilievo sull’etichetta. Non credo di bestemmiare se dico di trovarmi di fronte ad un vino chianteggiante del Médoc. Tutto porta li, dalla passione di Gianpaolo Motta alla concezione del territorio, dei vitigni e della cantina. Classico taglio bordolese dove i singoli vitigni parlano il dialetto toscano.
Colore rosso rubino, intenso, concentrato ed impenetrabile. Al naso la frutta rossa, piccoli frutti di bosco come la mora ed il mirtillo, sentori vegetali ed erbacei, cioccolato fondente, polvere di caffè, liquirizia, boise, minerale dove spicca la grafite. Un bouquet infinito ed elegante. Al palato è avvolgente, austero nella sua gioventù, rotondo e dal tannino galoppante ma dalla trama fittissima. Lunghissimo finale ma maturità lontana, per me almeno un decennio!
Giorgio Primo – Toscana IGT – 2014
🍇 30% Merlot, 10% Petit Verdot, 60% Cabernet Sauvignon
🍁 Selezione delle migliori parcelle
🖐 Raccolta Manuale, selezione su tavolo di cernita, ulteriore selezione su un secondo tavolo
⌛️ Fermentazione senza aggiunta di lieviti, bassa solforosa, lotti elevati separatamente in barrique di rovere (80% nuove) per 18 mesi.
🌡 15%
#️⃣ 8.000 bottiglie
Tante differenze rispetto al 2015 precedentemente assaggiato. L’annata è ben diversa e si sente, difficile tanto da regalare meno della metà della produzione ottimale. Questa scelta va però a beneficio della qualità regalandoci un vino più improntato sul frutto e sulla freschezza, con meno sfaccettature ma più adatto già da subito alla beva. Rimane comunque un impianto generale notevole per un vino rappresentativo dell’annata ed anche del territorio dal quale proviene.
Campioni di vasca – Merlot – 2018
Vasca n.4 – Argilla – sottobosco umido, cupo
Vasca n.5 – Scisti – fresco, fruttato e minerale
Giusto per evidenziare le differenze nette tra una parcella e l’altra.
Conclusioni:
Una mattinata veramente interessante ed istruttiva e sopratutto per me una bellissima scoperta. La Massa è senza dubbio un’azienda sui generis, controcorrente per scelta, che porta avanti una sua filosofia senza voltarsi indietro e senza a stare a pensare al giudizio altrui. Scelte coraggiose fatte nel bel mezzo del Chianti Classico, in una delle zone più vocate di tutto il territorio. Lo studio che c’è alla base si ritrova in pochissime altre realtà, la scienza applicata all’agricoltura è per loro fattore essenziale e vincente. Ringrazio Marco Tradii per avermi fatto conoscere questa realtà e sono contento di averla condivisa con Sara Cintelli, Marco Fusi e Mattia Guidi, sapienti compagni di viaggio.
Un grazie enorme va però a Francesco Bufalini: raramente mi è capitato di fare una visita così dettagliata, tecnica e completa e raramente mi è capitato di conoscere una persona così preparata e disponibile. Lo dico spesso e torno a ripeterlo: in molte aziende si fanno grandi vini, la differenza però la fanno le persone che te li fanno conoscere.
Un ringraziamento va a tutti voi che ci siete venuti a trovare. E’ sempre un ENORME piacere poter avere il tempo per parlare di vino e di tutto quello che c’è prima di riuscire a portare la bottiglia in tavola e con Voi è stato tutto molto naturale e piacevole. Vi aspettiamo presto nuovamente!🔝
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Il piacere è stato nostro. Come ho scritto nel mio articolo è difficile trovare persone così disponibili tanto da rendere una visita indimenticabile. A presto
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