Non ho mai nascosto che Burlotto è uno di quei 4/5 produttori che mi fanno letteralmente alzare in piedi sul divano (cit. Guido Meda).

Neirane è un vino che non c’è più, che racconta una spaccato di storia e di terra langarola e dimostra quanta differenza ci sia tra una vigna e l’altra, tra una parcella e l’altra.
1,1 ettari rivolti ad ovest a circa 360 metri di altitudine in piena “formazione di Cassano Spinola”, una struttura di sottosuolo più sfaldata in estate e più compatta in inverno, marnosa e laminata come quella del Monvigliero (il mio preferito), ma con minor percentuale di calcare e con 1 milione di anni di età geologica in meno.
Vine elegante al naso dal tipico colore scarico. Caldo, dalla notevole trama tannica e con una spiccata sapidità e mineralità. Sorso verticale, un continuo susseguirsi in bocca di sensazioni per lo più dure ed energiche. Austero.
Vinificato e imbottigliato singolarmente fino a metà anni ‘90 oggi la selezione delle migliori uve di questo vigneto assieme a quelle di Rocche dell’Olmo e Boscatto, e insieme a uve provenienti dal Monvigliero, confluiscono nel monumentale Barolo Acclivi.
