Vinitaly: parliamone in maniera oggettiva

Della 54esima edizione del Vinitaly ne abbiamo sentito parlare in tutte le salse, molte delle quali mosse più dal sentimento che dall’oggettività. Si è parlato più di quanto sia stato bello ritrovarsi in presenza, vivere la Fiera e soprattutto Verona, che di dati e risultati. Il mio essere piuttosto pragmatico mi porta a leggere l’evento dal punto di vista per il quale l’evento stesso è nato: quello commerciale. Non mi sentirete quindi parlare delle splendide serate passate tra Bottega Vini e Piazza delle Erbe, nè delle numerose visite ad amici produttori, nè di alcune belle scoperte fatte in giro per gli stand. Non mi metterò a stilare una classifica dei migliori assaggi. Parliamo di numeri: dopo 3 anni di assenza e con un mercato sconvolto prima dal Covid e poi dalla guerra il vero barometro ed il vero senso di tutto l’ambaradan erano i buyer. Contro probabilmente ogni più rosea aspettativa è stato registrato il record di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale degli ingressi (28%). Se pensiamo a tale dato associandolo agli eventi congiunturali capiamo bene che si tratta di una percentuale davvero significativa. Le carenze generate da Russia, Cina e Giappone sono state più che sopperite dall’incremento di buyer da Paesi del Nord Europa, sud est asiatico e Africa. 88.000 il totale degli operatori arrivati in Fiera. Un Vinitaly che sta pian piano cambiando orientamento indirizzandosi e specializzandosi per quello che deve essere il reale senso della Fiera. La sensazione è che ci sarà sempre meno spazio per i semplici appassionati e che la maggior parte delle energie saranno profuse per la parte commerciale. Se negli anni passati erano pochi gli stand chiusi al pubblico, oggi sono sempre di più quelli in cui l’accredito è indispensabile. Insomma il WineLovers è diventato la cornice di un palco in cui ballano attori protagonisti e lo faranno ancor di più in futuro. C’è però da interrogarsi se questa sia la direzione giusta pensando in maniera più ampia a tutto il contorno che implica Vinitaly: una città che si anima in quei giorni grazie a decine di migliaia di presenze che riempiono ogni singola struttura ricettiva, ristorante, locali e via del centro. Ai posteri l’ardua sentenza.

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