Castello di Monsanto – Barberino Val d’Elsa

Anche questa volta ci spostiamo poco da casa ed anche questa volta devo ripetermi: le cose più belle e che sono a portata di mano vengono spesso lasciate indietro!

Arriviamo di fronte all’imponente cancello della proprietà lasciandoci alle spalle e tutto intorno a noi dei vigneti bellissimi!

Ad accoglierci uno stupendo pastore tedesco che scopriamo chiamarsi Uva: nome che non poteva essere più appropriato!

La tenuta è veramente uno splendore, curata nei minimi dettagli ed immersa nello splendore del Chianti Classico in posizione dominante rispetto ai vigneti che la circondano!

Un po’ di storia:

Tutto comincia con un abbandono della terra natia e con un ritorno alle origini. Aldo Bianchi, sangimignanese, lascia la sua terra prima della Seconda Guerra Mondiale per cercare fortuna al nord e ne fa ritorno nel 1960 per partecipare ad un matrimonio. Rimane talmente estasiato dalla vista che offre la terrazza del Castello di Monsanto che decide di acquistare la proprietà.

Altro colpo di fulmine fu quello che ebbe Fabrizio, figlio di Aldo, verso i vini che trovò nelle cantine. Di li a poco assieme alla moglie Giuliana iniziarono a ristrutturare i casali della proprietà è soprattutto a piantare vigne.

Il 1962 segna la nascita del primo Cru di Chianti Classico da uve provenienti dal vigneto Il Poggio. Dal 1968 Fabrizio inizia ad eliminare Trebbiano e Malvasia per dare spazio al principe incontrastato di questo territorio: il Sangiovese. Da vero innovatore elimina i raspi in fermentazione ed abolisce la pratica del “Governo alla Toscana” riuscendo a produrre vini più complessi, equilibrati e soprattutto più longevi.

Nel 1974 crea il Fabrizio Bianchi Sangioveto, un vino da tavola di sole uve Sangiovese, provenienti dalla Vigna di Scanni, al tempo etichettato come Sangioveto Grosso. Sempre nello stesso anno viene impiantato il Vigneto Valdigallo dal quale nascerà il Fabrizio Bianchi Chardonnay, senza dubbio uno dei migliori vini bianchi toscani.

Nel 1981 viene ultimata la nuova cantina e 5 anni dopo iniziano i lavori per la costruzione della galleria sotterranea. Nel 1992 l’opera è completa: un arco etrusco ribassato lungo 300 metri costruito interamente a mano con pietre di galestro provenienti dagli scassi dei vigneti.

Dal 1996 la direzione dell’azienda è in mano a Laura Bianchi, figlia di Fabrizio. Laura che iniziò a lavorare in azienda nel 1989 è riuscita a portare avanti i principi e l’identità di una famiglia che possiamo considerare rivoluzionaria. La sua competenza, la sua eleganza ed il suo stile sono perfettamente riconoscibili nei suoi vini: innovazione con un occhio attento alla tradizione ed al territorio. Laura è senza dubbio una delle donne più rappresentative del mondo del e vino e sicuramente la Regina del Chianti Classico.

La visita:

A guidarci nella visita e nella degustazione ci aspetta Valentina Angeleri, in forza a Castello di Monsanto da diversi anni.

L’azienda può contare su 72 ettari di vigneto ad un altitudine che va dai 260 ai 310 metri s.l.m., 56 di questi sono impiantati a Sangiovese. La madre di tutte le vigne è Il Poggio dalla quale provengono i cloni di Sangiovese da selezioni massali. Sono presenti anche Canaiolo e Colorino, Chardonnay dalla Vigna Valdigallo e Cabernet Sauvignon dalla Vigna Il Mulino. I sistemi di allevamento sono il guyot ed il cordone speronato. La densità di impianto varia dalle 5000 alle 5500 piante per ettaro.

L’ingresso alla cantina è di per se spettacolare: nel pavimento dell’atrio una spaccatura circolare coperta da vetro fa intravedere quello che è il suolo sottostante. I tini di fermentazione sono di forma tronco-conica ed hanno preso il posto nel 1996 di quelli a forma tradizionale. Le pareti della cantina storica sono ricoperte da uno strato di muffa ultra-decennale tale da sembrare di toccare del cotone.

Mentre Valentina ci racconta la storia dell’azienda raggiungiamo quella che definirei la porta del paradiso! Un cancello imponente sopra il quale troneggia un’epigrafe dove viene ricordata una data, il 7-8-1986 e tre nomi, Giotto Cicionesi, Mario Secci, Romolo Bartalesi. La data corrisponde all’inizio dei lavori ed i tre nomi agli artigiani che a mano hanno portato a termine la galleria sotterranea.

Si accendono le luci e quello che ci troviamo di fronte è uno spettacolo difficilmente immaginabile!

Botti ai due lati, tappeto rosso centrale e lo sguardo che si perde verso una profondità che sembra non avere fine!

Camminiamo tutti i 300 metri della galleria, con un passo delicato, come se ciò che ci circonda ci imponesse rispetto ed attenzione. Iniziano distese di bottiglie di vecchie annate che proseguono in altre stanze e cunicoli: una libreria storica di otre 120.000 bottiglie che ha pochissimi eguali nel mondo.

La stanza dove riposano le prime bottiglie del 1962 ha un fascino che è difficile da descrivere, l’emozione di passarci qualche minuto è davvero tanta.

Tutte le bottiglie sono costantemente monitorate: controllo e sostituzione dei sugheri dopo circa 30 anni dalla vendemmia e rabbocco con vino della stessa annata.

Ultima parte della cantina, anche questa davvero scenografica e spettacolare sono le nicchie private dedicate ai componenti della famiglia: al loro interno, protette da cancelli in ferro battuto marcato ognuno con il nome del suo proprietario riposano le bottiglie che solo al compimento del diciottesimo anno di età gli verranno messe a disposizione.

Torniamo in dietro per scendere delle scale, che si trovano a mezzo della galleria e che portano in una stupenda sala dove è stata allestita la nostra degustazione.

La degustazione:

Fabrizio Bianchi – Sangioveto Rosato – IGT Toscana – 2016

🍇 100% Sangiovese dai vigneti più giovani

🗿 Galestro, alberese, argilla

⏳ mosto a contatto con le bucce per 12 ore, soffice pressatura, vinificato in acciaio a temperatura controllata

🌡 13,5% Vol.

Un bellissimo colore rosa cerasuolo. Al naso presenta un bouquet floreale e fruttato dove emergono piccoli frutti di bosco come il lampone ma anche una ciliegia più matura. Fresco vivo al palato, leggermente sapido ma di grande equilibrio grazie ad un corpo di media struttura e ad una certa rotondità. Il finale è piacevole e persistente ancora sulla nota fruttata di ciliegia.

Chianti Classico Riserva DOCG – Il Poggio – 2013

🍇 90% Sangiovese, 7% Canaiolo, 3% Colorino

📍Vigento Il Poggio (5,5 ha)

⛰ 310 metri s.l.m.

🗿 Galestro, alberese, argilla

⏳ 20 mesi in botti di rovere francese

🌡 14% Vol.

La storia di Monsanto! Il primo Cru di Chianti Classico mai prodotto! Parte da qui la nostra mini verticale che verrà intermezzata da un altro gioiello. Il Poggio è uno di quei vini che più hanno mantenuto nel tempo le sue peculiarità a prescindere dalle diverse annate, dai cambiamenti climatici. È uno di quei vini che riesci a riconoscere ad occhi chiusi. Colore rosso rubino. Al naso denota un bouquet davvero ricco, intenso ed elegante: violetta e mammola da subito, ciliegia, mora e prugna ancora poco mature. I terziari sono spettacolari: già decisa la nota di cuoio e quella balsamica. Al palato quello che risalta da subito è la pulizia: fresco, con un tannino bello deciso e che deve ancora distendersi, nervoso e vibrante come un giovane puledro di razza. Il finale è lungo su note di caffè.

Nemo – Cabernet Sauvignon- IGT Toscana – 2013

🍇 100% Cabernet Sauvignon

📍Vigento Il Mulino

⛰ 260 metri s.l.m.

🗿 Galestro, alberese, argilla

⏳ 18 mesi in botti di rovere francese, 1 anno in bottiglia

🌡 14% Vol.

Possiamo definire un Cabernet Sauvignon peculiare del territorio chiantigiano? In questo caso si! Colore rosso rubino intenso. Al naso mostra caratteristiche tipiche de vitigni quali la ciliegia ed un sentore erbaceo che però virano si qualcosa di tipicamente toscano come il sentore balsamico, la menta, la marasca, la mora e le spezie che in questo caso tendono al pepe nero ed al chiodo di garofano. Al palato è rotondo, pieno, fresco e con un tannino molto delicato. Lunga la persistenza e forte ed elegante la retro-olfattiva. Un vino nobile, dai tratti raffinati.

Chianti Classico Riserva DOCG – Il Poggio – 2006

🍇 90% Sangiovese, 7% Canaiolo, 3% Colorino

📍Vigento Il Poggio (5,5 ha)

⛰ 310 metri s.l.m.

🗿 Galestro, alberese, argilla

⏳ 20 mesi in botti di rovere francese

🌡 14% Vol.

Prosegue la nostra mini verticale. Siamo nel 2006. Quello che troviamo nel bicchiere è un vino ancora giovane nonostante i suoi anni sulle spalle. Rosso rubino sempre brillante. Al naso il bouquet si sta pian piano evolvendo: ancora note fresche di mammola, ciliegia e prugna, più marcata la nota balsamica e mentolata, ancora di più la nota di cuoio alla quale si aggiunge la tostatura del caffè. Palato leggermente più rotondo, una freschezza ancora viva ed un tannino leggermente più svolto. Una bevuta più complessa ed affascinante.

Chianti Classico Riserva DOCG – Il Poggio – 2001

🍇 90% Sangiovese, 7% Canaiolo, 3% Colorino

📍Vigento Il Poggio (5,5 ha)

⛰ 310 metri s.l.m.

🗿 Galestro, alberese, argilla

⏳ 20 mesi in botti di rovere francese

🌡 14% Vol.

Arriviamo al termine con questo vino quasi maggiorenne! La bellezza di questa Riserva sta nel filo conduttore che si trova di anno in anno. Le condizioni climatiche certamente incidono ma non in maniera netta, fermo restando il fatto che continua ad essere prodotto solo in annate particolarmente favorevoli. Questa volta il colore è leggermente più scarico, sempre rosso rubino. Al naso si apre un bouquet ancora più complesso ed elegante: al floreale e fruttato si aggiungono note di violetta, di marasca, di piccoli frutti neri in confettura. Il boisè è ben presente ma fine, note di liquirizia e vaniglia accompagnano il caffè tostato ed il cuoio. Menta e salvia donano una grande freschezza che poi si percepirà anche al palato. Il sorso è avvolgente, complesso ed intrigante. Ancora teso e fresco ma con un tannino che si sta distendendo donando grande eleganza alla bevuta. Finale molto persistente dov’è questa volta noto del cacao amaro assieme alla polvere di caffè. Una bevuta che non si scorda facilmente!

Conclusioni:

Bellissima esperienza per la quale dobbiamo ringraziare in primis chi ha fatto da tramite per l’organizzazione: Michele e Mirko Targi del Ristornate La Galleria di Poggibonsi! Grazie Michele e grazie a Mirko che ci ha accompagnati anche nella visita. Un grazie particolare a Valentina, nostra professionale e bravissima guida e grazie infine a Laura Bianchi ed a Castello di Monsanto per l’ospitalità. Certe cose sono nel DNA e qua oltre a sapere fare bene il vino, in quanto ad ospitalità non sono secondi a nessuno!

Lasciamo Monsanto salutando Uva che ci scorta fino al cancello. Finalmente posso dire di aver colmato questo vuoto: era davvero inaccettabile non aver ancora scoperto la bellezza di questo luogo a due passi da casa.

Mi porto dietro una grande esperienza e soprattutto una bottiglia di Chianti Classico Riserva Il Poggio annata 1982, il mio anno di nascita. Non vedo l’ora di trovare un’importante occasione per stapparla! Seguirà sicuramente un’ampia descrizione!

https://www.castellodimonsanto.it/

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