Parto dal finale di quella che è stata una degustazione memorabile. Una soddisfazione immensa perchè ci sono voluti quasi 2 anni per mettere in fila questi 18 Merlot Toscani 2016 (bendati) e mettere a sedere 14 persone qualificate. In primis per la reperibilità di alcune bottiglie che, vuoi per l’annata straordinaria, vuoi per punteggi ricevuti, vuoi per l’altisonanza del marchio sono diventate quasi introvabili. Poi il Covid-19 a fermare tutto. L’abbiamo chiamata Tuscan’s Fourteen perchè nella lista originaria erano proprio 14 i vini da mettere in competizione a cui abbiamo poi aggiunto 4 outsider e le sorprese devo dire che non sono mancate. Chiamata a dare una valutazione (scheda OIV) una giuria composta da enologi, consulenti, produttori, ristoratori, sommelier, blogger e appassionati.


Ecco l’elenco dei vini in degustazione:
1. Castello di Ama – L’Apparita
2. Galatrona – Petrolo
3. Poggio Scalette – Piantonaia
4. Castellare di Castellina – Poggio ai Merli
5. Riecine – TreSette
6. Masseto
7. Le Macchiole – Messorio
8. Tenuta di Trinoro – Palazzi
9. Rocca di Frassinello – Baffonero
10. San Giusto a Rentennano – La Ricolma
11. Tua Rita – Redigaffi
12. Avignonesi – Desiderio
13. Vicchiomaggio – FSM
14. Chiappini – Lienà
Outsider:
1. Podere Casanova – D’incanto
2. Podere Ranieri – SoloMerlot
3. Terre del Marchesato – Aldone
4. Il Palagione – Ares

18esimo
Poggio Scalette – Piantonaia (Greve in Chianti)
Di norma un gran vino che stavolta sconta un evidente difetto sia dal punto di vista olfattivo che gustativo. Peccato, sarebbe stato interessante avesse giocato la sua partita.
17esimo
Avignonesi Desiderio (Montepulciano)
Altro vino con evidenti problemi, specialmente al naso: note brett.
16esimo (punteggio medio 86,57)
Petrolo Galatrona (Mercatale Valdarno)
Un vino che di media prende oltre 86 punti da una giuria non certo generosa di punteggi non è certo un vino penalizzato. Ritrovarlo nelle retrovie della classifica però fa pensare e stupisce non poco. Da sempre considerato uno dei grandi Merlot toscani, Galatrona lo ricordavo diverso, più intenso e di carattere rispetto a questo assaggiato che purtroppo non forniva grandi spunti. Bottiglia sfortunata?
15esimo (Punteggio medio 86,79)
Tenuta di Trinoro – Palazzi (Sarteano)
Forse il vino più discusso perchè annovera punteggi molto diversi tra i componenti della giuria. Personalmente avevo assegnato un 92: vino intenso al naso, ricco di erbe aromatiche e frutta rossa matura, equilibrato al palato con un tannino dalla trama fitta assieme a morbidezza nel sorso. A me era piaciuto molto.
14esimo (punteggio medio 88,29)
Podere Casanova – Dincanto (Castellina in Chianti)
Vino che gioca prevalentemente sulle morbidezze al palato. Rotondo, pieno, dal tannino setoso. Se devo trovare un piccolo difetto è la carenza di acidità: fosse stato più fresco e leggermente sapido lo avrei premiato maggiormente. 91 punti per me.

13esimo (punteggio medio 89,29)
Terre del Marchesato – Aldone (Bolgheri)
Anche qua una notevole difformità di giudizio. Tolti i vini con difetti più o meno gravi è il vino che ho penalizzato di più. Quello che trasmetteva al naso (potenza ed eleganza) non l’ho riscontrato al palato, dove a mio avviso risultava piuttosto slegato e scorbutico. Disarmonico a causa di durezze eccessive non equilibrate dalla poca rotondità e scarsa pienezza del sorso.
12esimo (punteggio medio 89,43)
Il Palagione – Ares (San Gimignano)
Un vino che conosco e che apprezzo e che mi fa davvero piacere trovare (era uno dei 4 outsider) in mezzo a tanti mostri sacri. Rosso in terra di bianchi si destreggia per intensità e qualità dei profumi. Al palato uno dei più verticali della linea, non certo un difetto ma che a me ha leggermente spiazzato nella valutazione.
11esimo (punteggio medio 90,07)
Vicchiomaggio – FSM (Greve in Chianti)
Un Merlot chianteggiante, uno dei pochi a cui ho saputo dare una provenienza senza riuscire a dargli un nome. Naso intrigante con bella nota speziata a fare da contorno ad erbe officinali e piccoli frutti di bosco. Palato perfettamente coerente dove un tannino fitto e deciso, una leggera sapidità trovano riscontro in pienezza e morbidezza del sorso.
10° (punteggio medio 90,21)
Castello di Ama – L’apparita (Gaiole in Chianti)
Sulla carta un potenziale vino da podio, nella pratica ce lo troviamo ad oltre metà della classifica, per me valeva il quinto posto. Potente e dal profondo bouquet dove si susseguono spezie, erbe officinali e tanto frutto rosso maturo. Un vino di grande eleganza e coerenza al palato. Si fa apprezzare per qualità del tannino e per una grande freschezza unita a piacevoli sensazioni morbide.

9° (punteggio medio 90,64)
Castellare – Poggio ai Merli (Castellina in Chianti)
Altro vino che mi ha parlato di territorio. Uno dei colori più concentrati, uno dei tannini più ruspanti. Prevalgono spezie ed un balsamico che fa da contorno ad un bel bouquet fruttato e floreale. Palato che punta su freschezza e leggera sapidità, si fa apprezzare per la non eccessiva morbidezza. Un gran bel vino.
8° (punteggio medio 90,86)
Podere Ranieri – Solo Merlot (Massa Marittima)
La vera sorpresa della line-up, l’outsider che si mette dietro alcuni mostri sacri con prezzi notevolmente più elevati. Di rapporto qualità prezzo ne parlerò più avanti in un’analisi appropriata ma vi anticipo che con i parametri applicati questo vino sarebbe stato al primo posto della classifica. Un Merlot dove le sensazioni marine sono evidenti per freschezza dei profumi e per sapidità. Una beva davvero piacevole ed equilibrata.
7° (punteggio medio 91,50)
Rocca di Frassinello – Baffonero (Giuncarico)
Nella mia personale Top5 un vino che strizza l’occhio più degli altri alla Bordeaux dei grandi Chateau. Legno evidente ma ben integrato che regala sensazioni di spezie dolci, di innumerevoli terziari assieme ad un frutto di grande consistenza. Vino che meriterebbe di essere atteso per almeno 10 anni e che sono convinto potrebbe regalare tante emozioni.

6° Classificato
Chiappini – Lienà (Bolgheri)
(punteggio medio 91,64)

Non basta essere vicino di vigna di Masseto ma serve una grande mano. Da tempo tra i miei Bolgheri preferiti e felice di vederlo così in alto. Potente ed elegante al contempo, sorso di grande equilibrio e coerenza dotato di un tannino dalla trama fitta e setosa. Lungo finale con rimandi balsamici e speziati.
5° (punteggio medio 92,57)
Riecine – Tre Sette (Gaiole in Chianti)

Ammetto di non averlo riconosciuto ma questo è un vino che ho avuto la fortuna di seguire dagli albori prima della sua uscita in commercio. Singolarmente l’ho sempre definito uno dei migliori merlot toscani mai assaggiati, ritrovarlo così in alto in classifica non è altro che una conferma. Consideriamo anche che questa 2016 è la prima annata prodotta e che i margini di miglioramento sono molti. Merlot “gaioeleggiante” che unisce eleganza e freschezza ad una struttura importante. Grande beva e lungo finale. Nella mia personale classifica era al terzo posto.
4° (punteggio medio 92,71)
San Giusto a Rentennano – La Ricolma (Gaiole in Chianti)

Quando si vedono assegnare 100 punti da Parker e Galloni ad una cantina come San Giusto e ad un vino come La Ricolma subentrano in me sensazioni positive su quel poco di buono che è rimasto nel mondo dei veri influencer. Impossibile pensare a secondi fini o scambio di favori conoscendo la realtà. Un vino strepitoso che continua ad uscire di cantina ad un prezzo modesto se tralasciamo le speculazioni esterne che in questa annata lo hanno visto toccare punte di € 500.
Naso profondo e complesso di grande eleganza. Al palato è netta l’impronta sapida. Il Merlot più verticale della linea che nonostante le sue durezze riesce a trovare un magico equilibrio. Finale lunghissimo e balsamico.
3° (punteggio medio 92,93)
Masseto (Bolgheri)

Il Re è nudo. Lo dico chiaramente: la mia curiosità più grande era vedere dove si sarebbe posizionato Masseto. Terzo posto certamente onorevole, ma stiamo parlando di una bottiglia da € 1.000, più di 3 volte di qualunque altro vino della linea. Sull’argomento QPR tornerò più avanti ma focalizziamoci sull’oggettività. Come parziale scusante diamogli il fatto di essere stato l’ultimo vino dell’ultima flight, quindi il punteggio finale poteva anche essere leggermente superiore, ma non tale da competere con i due che gli sono arrivati davanti. Un vino tecnicamente perfetto, senza dubbio quello dalla migliore e più fitta trama tannica. Morbidezze spiccate rendono un sorso veramente vellutato. Pecca però in lunghezza.
2° (punteggio medio 95)
Tua Rita – Redigaffi (Suvereto)

Primo nella mia classifica personale. L’unico vino che ho saputo riconoscere alla prima olfazione. C’è qualcosa nei vini di Tua Rita e soprattutto in Redigaffi che li distinguono in maniera netta dagli altri: una nota leggermente ferrosa di un’eleganza unica. Naso potente, complesso, elegante: ribes e mora, sottobosco, balsamico, spezie dolce e pungenti. Il sorso è ampio e avvolgente, subito equilibrato dalla grande freschezza, sapidità e tannino. Finale infinito.
1° (punteggio medio 96,50)
Le Macchiole – Messorio (Bolgheri)

Nella seconda flight c’erano due vini consecutivi, i numeri 8 e 9, che avevano strabiliato tutti. Il numero 8 era Redigaffi e il numero 9 era Messorio. In molti, me compreso, hanno pensato “chiudiamola qui” ed infatti ne prima ne dopo di loro nessuno è riuscita ad avvicinarsi a tale grandezza. Questo è un vino perfetto dove ogni singola componente fa la sua parte e lo fa in maniera sublime. A partire da un naso pazzesco in cui una serie infinita di sentori si susseguono, si alternano e si fondono in qualcosa di magico. Belle note floreali di gernaio, di rosa canina poi una prugna matura, la ciliegia ed i piccoli frutti di bosco rossi e neri. Segue una ventata fresca di menta menta e di eucalipto per passare a note prima dolci di vaniglia e liquirizia e più cupe di chiodo di garofano. A contorno un sottobosco che sa di funghi e foglie bagnate. Il palato è armonico: tannino dalla fitta e bellissima trama, leggera sapidità, grande freschezza si fondono ad avvolgenza e struttura. Il finale è infinito.
Considerazioni finali:
Partiamo da un’analisi territoriale: 3 Bolgheri nei primi 6 era da aspettarselo, così come che Redigaffi da Suvereto fosse nell’olimpo. Il Chianti Classico viene ben rappresentato da San Giusto e da Riecine ai piedi del podio, segue un pò di Maremma. E’ questa la geografia dei migliori Merlot Toscani.
Il livello qualitativo è stato altissimo: sicuramente la scelta di un’annata splendida come la 2016, ha affievolito le differenze che potrebbero riscontrarsi in annate più complesse.
Nonostante la giuria fosse composta da figure molto diverse tra loro, il giudizio complessivo sui singoli vini è stato piuttosto uniforme se non in rari casi citati nelle note sui vini valutati.
Conferme, sorprese e delusioni: la mattina prima di iniziare la degustazione avevo in mente una mia classifica personale. Sono vini che ho bevuto, alcuni in molte annate altri un pò meno. Avevo in testa 4 vini che per me si sarebbero giocati il podio e così è stato. Messorio e Redigaffi sono i due che più si sono staccati dagli altri, avevano palesemente una marcia in più. Dal terzo posto al sesto la differenza è stata minima (circa 1 punto percentuale) dato che indica l’altissima qualità dei vini in questione. Felice di trovare La Ricolma e Riciene a piedi del podio e felicissimo di vedere come Podere Ranieri, una piccola realtà familiare sulle colline che volgono verso il golfo di Follonica, si sia piazzato in mezzo a tanti mostri sacri. Senza dubbio l’outsider più sorprendente. Peccato per le ultime della classifica, bottiglie sfortunate che avrebbero certamente giocato una partita differente.
QPR – Rapporto Qualità Prezzo
Affrontiamo infine una questione spinosa. Non esiste un calcolo oggettivo che definisca questo fantomatico rapporto, questa è la mia modesta opinione. Esiste però una percezione personale che ognuno di noi ha nei confronti del prezzo attribuito alla qualità di un vino. Tale percezione è insita in ognuno di noi e si basa molto sulla capacità di spesa e soprattutto al valore che si tende attribuire ad un determinato oggetto. C’è chi non spenderebbe mai centinaia di euro per un vino ma li spenderebbe volentieri per un capo di abbigliamento di una grande marca, c’è chi la pensa inversamente. Si dovrebbe comprendere perfettamente la composizione del prezzo di un oggetto: quanto è il costo effettivo di produzione e quanto invece incide il marketing, il nome, il prestigio, la disponibilità?
Personalmente invece che spendere 1000 euro per Masseto, comprerei 4 Redigaffi. Non perchè non sarei disposto a spendere 1000 euro per una bottiglia ma semplicemente perchè ritengo l’uno più appagante dell’altro. Qualcuno potrebbe dire che preferirebbe acquistare 10 bottiglie di Podere Ranieri anzichè 1 di Redigaffi.
Mi sono voluto però divertire a creare una formula che utilizzasse i numeri per ristabilire la nostra classifica in base ad un ipotetico QPR. Ho creato un coefficiente dividendo il prezzo di ogni singola bottiglia per il prezzo totale di tutte e 18. Il coefficiente è stato moltiplicato per il punteggio. Al fine di ponderare il tutto ho assegnato dei punti (stile Formula Uno / MotoGP) al primo (25 punti) fino all’ultimo classificato (1 punto) e moltiplicato per il risultato precedente. Questa la Classifica QPR che ho ottenuto:
1. Podere Ranieri – Solo Merlot
2. Riecine – Tre Sette
3. Il Palagione – Ares
4. Chiappini – Lienà
5. Le Macchiole – Messorio
6. Tua Rita – Redigaffi
7. Castellare – Poggio ai Merli
8. Rocca di Frassinello – Baffonero
9. Terre del marchesato – Aldone
10. San Giuto a Rentennano – La Ricolma
11. Podere Casanova – Dincanto
12. Castello di Ama – L’Apparita
13. Avignonesi – Desiderio
14. Masseto
15. Vicchiomaggio – FSM
16. Tenuta di Trinoro – Palazzi
17. Petrolo – Galatrona
18. Poggio Scalette – Piantonaia
Non è sicuramente un teorema, però fa riflettere!

