WineErasmus V Edition – Vi racconto lo scambio con Francesca

Prima di parlarvi nel dettaglio dei vini che mi ha inviato Francesca Mafrici in occasione della quinta edizione del WineErasmus, voglio fare un passo indietro. Questa foto che rubo con piacere a Francesca risale a Giugno 2020 e non è una foto qualunque ma l’immagine di un suo post che mi ha fatto scoprire Mamete Prevostini Vini di Valtellina

La potenza delle immagini: non si vede nessuna etichetta che sia riconducibile al produttore ma ci sono tanti elementi che ti invogliano a leggere ed approfondire. In primis un volto felice, molto felice, tanti calici con all’interno altrettante sfumature di colore, un piatto. Mi è bastato questo per segnarmi subito il nome del produttore sulla mia Moleskine nella sezione “aziende da visitare”. Poi mi sono letto attentamente il post, sono andato a scuriosare sul loro sito, e mi sono imposto di assaggiare quei vini direttamente sul posto perchè quella foto mi raccontava un’esperienza che anche io avrei voluto vivere nella sua totalità. Com’è andata lo sappiamo tutti, un anno veramente balordo che di movimenti ne ha permessi pochi, quindi niente visita in Valtellina (che farò appena possibile). Nel frattempo però lanciamo la quinta edizione del WineErasmus , vengo abbinato a Francesca e mi arrivano 3 vini di Mamete… capite bene la mia felicità!

Monrose – Alpi Retiche IGT Rosato – 2019

🍇 100% Nebbiolo

🗿 Sabbia (70%) e limo (30%)

⛰ 350-650 mt s.l.m.

🍁 Guyot, 3.300 ceppi per ettaro

⏳ 12 ore di macerazione a freddo in acciaio, una parte del mosto viene fatta fermentare in bianco (salasso) a 18°. 6 mesi di affinamento in acciaio.

🌡 13% Vol.

#️⃣ 12.000

Fascia di Prezzo “10 euro”

Il mio approccio ai vini rosati si potrebbe definire “all seasons” perchè considero la tipologia adatta ad ogni periodo dell’anno, non solo all’estate, e soprattutto la utilizzo come “jolly”, un’ancora di salvezza per molti abbinamenti di difficile lettura. Rosato da salasso da 100% uve Nebbiolo, o meglio Chiavennasca. Il colore è uno splendido rosa cerasuolo, brillante. Al naso offre un bouquet di estrema delicatezza ed eleganza: spiccano sentori floreali di rosa canina, piccoli frutti di bosco dove ad emergere è senza dubbio il lampone ma anche piccoli frutti scuri come la mora e il mirtillo. Il palato è perfettamente coerente con il naso: regna l’equilibrio e l’armonia. Fresco, decisamente sapido, dal tannino appena percettibile si bilancia grazie ad una struttura ed un corpo di carattere. Il finale è persistente, tornano note di lampone e floreali. Beva splendida che ti invoglia al sorso successivo… o come nel mio caso, ai sorsi successivi che hanno portato a finire la bottiglia in poche decine di minuti. Abbinato a tartare di branzino e uramaki misti, perfetto!

La Cruus – Inferno Valtellina Superiore DOCG – 2017

🍇 100% Nebbiolo

🗿 Sabbia (80%) e limo (20%)

⛰ 570 mt s.l.m.

📍 1,8 ha a Montagna in Valtellina

🧭 Esposizione sud

🍁 Guyot, 4.000 ceppi per ettaro

⏳ 15 gg macerazione in acciaio a 25°, malolattica in fusti di rovere dove affina per 12 mesi, 10 mesi in bottiglia

🌡 14% Vol.

#️⃣ 7.000

Fascia di Prezzo “20 euro”

“Di quell’amor ch’è palpito/dell’universo intero/misterioso, altero/croce e delizia al cor” così cantava Alfredo a Violetta nel primo atto de “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Credo che questo duetto racchiuda in pieno il significato di “La Cruus”: una figurata “croce” che si trova sulla cima più alta di una montagna che la difficoltà nel raggiungerla la trasforma in un’attrazione irresistibile. Un progetto che parte nel 2010, nell’unico vigneto aziendale situato nella sottozona Inferno, che vede la luce dopo 7 anni di lavori di accorpamento e reimpianti. Il risultato finale è una delizia per il palato, e lo è fin da giovane. Rosso rubino scarico, tipico del vitigno. Al naso è potente, complesso e di grande eleganza: a sentori floreali di violetta seguono note di frutta rossa matura come la marasca, la mora ed altri frutti di bosco. Si alternano note speziate leggermente pungenti come il chiodo di garofano a quelle dolci come la vaniglia e la liquirizia, il tutto contornato da lievi sentori di erbe officinali. Il sorso è pieno, di notevole struttura, spiccata acidità con un tannino dalla trama fitta e di grande finezza. La pulizia sul finale è incredibile, il palato viene rinfrescato e allietato da note balsamiche che si alternano a quelle fruttate. Un vino dove emerge anche una forte mineralità. Che dire… creda sia una soddisfazione unica aver raggiunto un risultato di questo livello, per di più, di una prontezza quasi inaspettata che ritengo un grande pregio per la tipologia.

Mamete Prevostini – Vertemate – Alpi Retiche IGT Passito – 2018

🍇 60% Traminer Aromatico, 40% Riesling

🗿 Sabbia (70%) e limo (30%)

⛰ 300 mt s.l.m.

🍁 Guyot, 3.600 ceppi per ettaro

⏳ 4 mesi di appassimento, 12 mesi di affinamento in fusti di rovere, 6 mesi in bottiglia

🌡 14,50% Vol.

#️⃣ 1.700

Fascia di Prezzo “sopra 20 euro”

Questa edizione prevedeva che uno dei 3 vini fosse un vino “speciale”. Quello scelto da Francesca oltre a rientrare di diritto nella tipologia richiesta, speciale lo è per davvero. Prende il nome dal Palazzo Vertemate Franchi, residenza cinquecentesca unica a salvarsi da una frana che sommerse l’intero paese. Le vigne di Traminer e Riesling si trovano proprio all’interno delle mura del palazzo. Si presenta di un bellissimo colore ambra, lucente. Al naso arriva un intenso ventaglio di profumi: fiori gialli, frutta secca e candita, una nota dominante di marmellata di albicocca, miele di acacia e spezie come la cannella e la vaniglia. Quello che stupisce è il sorso, pieno e avvolgente ma di grande equilibrio grazie ad un interessante componente dura fatta di freschezza e mineralità. Stessa cosa succede sul finale, lunghissimo, dove da prima prevalgono sentori di frutta surmatura e poi arriva un ondata fresca di erbe e fiori di montagna. Un vino che non eccede in dolcezza e che non stanca. Un vino che sta bene su formaggi erborinati o stagionati, su foie gras e carni in dolce forte ma che ho deciso di far incontrare con dei tipici dolci senesi natalizi: panforte, cavallucci e ricciarelli. Goduria immensa!

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