Non siamo a Saqqara e nemmeno a Chichen Itza e credo di poter affermare con quasi totale sicurezza che questo è l’unico caso che possiamo trovare in Italia. La Piramide è stata costruita utilizzando i sassi ritrovati nel vigneto, terreni ricchissimi di alberese, galestro e macigno. Questo non è soltanto il punto da dove inizierà la nostra visita ma un vero e proprio simbolo della filosofia aziendale: una base solida dalla quale puntare sempre più in alto.
Ci troviamo a Tenuta Mocenni, nel comune di Castelnuovo Berardenga, provincia di Siena. Una delle tre tenute dell’azienda Bindi Sergardi.
Un po’ di storia:
Mocenni fu uno storico avamposto di Siena già dal 1067. I primi documenti che ne attestano ufficialmente l’esistenza risalgono addirittura al 1765 quando nel Catasto Leopolino veniva registrato come Mulino Moceni, nome forse dovuto all’assonanza con la parola “macina” o forse dato proprio dal cognome del proprietario di allora. Dal 1700 la Tenuta è proprietà della famiglia Bindi Sergardi.
Famiglia le cui origini risalgono al 1349. Nel corso dei secoli ha annoverato tra i suoi esponenti nobili, capitani, vescovi e soprattutto grandi agricoltori, tant’è che oggi a proseguire l’attività vitivinicola è addirittura la 23esima generazione. Un’epopea che va dalla mezzadria, passando per la vendita del vino alle grandi aziende toscane per finire finalmente negli ultimi decenni a costituire un’entità propria, capace di farsi apprezzare in tutto il mondo. Di questa ultima fase i meriti vanno ascritti senza alcun dubbio ad Alessandra Casini Bindi Sergardi.
Oggi l’azienda può contare su circa 1000 ettari di cui 100 di vigneti suddivisi in tre zone della provincia di Siena. Tenuta I Colli a Monteriggioni, all’interno della DOCG Chianti Colli Senesi, Tenuta Marcianella nel comune di Chiusi, all’interno della DOCG Chianti e Tenuta Mocenni in pieno Chianti Classico DOCG.
La visita:
Torniamo ora alla famosa Piramide: ad attenderci c’è Giulia Bernini, altro elemento cardine di un’azienda con grande inclinazione femminile.
Le vigne sono situate ad un’altitudine che varia dai 470 ai 500 metri sul livello del mare, siamo nella zona più a sud della denominazione del Chianti Classico. Un terreno che definirei unico in quanto qui l’alberese, il galestro ed il macigno sono una presenza quasi ingombrante. Il paesaggio è veramente idilliaco: bosco, olivi, corsi d’acqua, una biodiversità dove le vigne sono parte integrante e non corpo estraneo. Il lavoro che nel corso degli anni è stato fatto in vigna è veramente importante ed assume anno dopo anno maggiore rilievo: suddivisione dei vigneti in parcelle che come nei casi della n.81 e della n.91 diventano teatro di vini straordinari da singlevineyard.
Dalle vigne saliamo così alla Tenuta dove ad accoglierci è proprio la padrona di casa Alessandra assieme ad Elena Petri che ci accompagnerà nella visita della cantina.
Vi lascio anche alcune note architettoniche, in quanto piuttosto curiose: la pianta originaria era a forma di L, forma alquanto inusuale per la zona del Chianti, inoltre racchiude in se due stili ben distinti e cioè quello Romanico nella parte del “mulino” e quello Gotico nella base dove era situata la torre di avvistamento.
Botti grandi e vasche di cemento, come dicevo, qui il vino invecchia, la parte operativa si trova alla Tenuta I Colli a Monteriggioni. Fuori ci aspetta un tavolo imperiale imbandito dove assieme a dell’ottimo cibo iniziamo la nostra degustazione, siamo a maniche corte, occhiali da sole, sembra di essere ad Agosto!
I vini:
Nicolò – Governo all’uso Toscano – Toscana IGT – 2017
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📍 Loc. Montagnola
🍇 100% Sangiovese
🗿 Ampio scheletro, roccia
⏳ Appassimento di una selezione delle uve, altre uve diraspate e messe in acciaio. Al termine dell’appassimento le prime uve vengono introdotte in acciaio dove le altre hanno completato la fermentazione alcolica, dando così inizio ad una seconda fermentazione.
🌡 13,5% Vol.
Partiamo da questo vino, che non conoscevo. Ci viene servito come aperitivo, a temperatura di cantina. Un vino prodotto con l’antica tecnica tradizionale toscana del Governo. Si presenta di colore rubino intenso e brillante con alcuni riflessi violacei sull’unghia. Il naso è un esplosione di frutta rossa, sia fresca che leggermente matura: ciliegia, prugna, piccoli frutti di bosco ed anche delle favolose note floreali di violetta. Il palato è assolutamente coerente con il naso: grande freschezza, un tannino fine e setoso, rotondo. Una beva straordinaria che lascia una bocca di estrema pulizia, invitandoti immediatamente a bere un altro calice. Si inizia con il botto perché questo è un vino che spiazza per la sua facilità di beva e sincerità.
La Ghirlanda – Chianti Classico DOCG – 2016
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📍 Loc. Mocenni
🍇 100% Sangiovese
🗿 Alberese e Galestro
⏳ Fermentazione in acciaio con macerazione di circa 16 giorni, 12 mesi di affinamento in botti grandi, sosta in bottiglia
🌡 14% Vol.
Prima di parlarvi del vino vi voglio raccontare una storia, quella che poi in parte finirà in etichetta. Quando Carlo IV dalla Francia si diresse a Roma per la sua incoronazione, soggiornò proprio alla Tenuta I Colli, donando alla famiglia in segno di riconoscenza un’aquila reale. Viene così posta nello stemma della casata assieme a quelli della famiglia Bindi Sergardi. La Ghirlanda invece, nome del vino ma anche del vigneto, rappresenta il bosco tondeggiante che lo circonda. Detto ciò parliamo del contenuto della bottiglia: colore rubino intenso. Al naso esprime un bouquet ricco e complesso: mammola, confettura di ciliegia, mora, pepe nero, eucalipto e note erbacee. Palato in perfetto equilibrio: se un tannino piuttosto muscolare sembra assieme ad una notevole sapidità prevalere, il sorso diventa invece ampio, morbido e caldo. Finale persistente dove alle note di frutta matura segue una rinfrescante sensazione balsamica. Un Chianti Classico come lo intendo io!
Calidonia – Chianti Classico Riserva DOCG – 2015
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📍 Loc. Mocenni
🍇 100% Sangiovese
🗿 Alberese e Galestro
⏳ Fermentazione in acciaio con macerazione di circa 20 giorni, affinamento in botti da 42hl, sosta in bottiglia
🌡 14% Vol.
Anche in questo caso due parole sul nome, un omaggio alla storia secolare dell’azienda: Calidonia Sergardi sposò Giacomo Bindi unendo così le due famiglie. Rimango spesso diffidente nei confronti delle Riserve, la firma aziendale di un’azienda chiantigiana è senz’altro il Chianti Classico di annata e spesso produrre la Riserva serve soltanto ad aggiungere un’etichetta senza poi apportare qualcosa di concreto. Ovviamente il mio è un discorso generale e sto banalizzando, ma serve per farvi capire che qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso, in soldoni, una Riserva necessaria, che aggiunge qualcosa. Si percepisce già dal colore, più concentrato, si continua a capire dal naso dove lo spettro olfattivo si estende a note terziarie più vigorose e soprattutto lo si capisce fino in fondo al palato. Un vino decisamente più ricco, pieno al palato, quasi avvolgente: qui il tannino è forte ma dalla trama fittissima, la sapidità è maggiore. Un sorso di grande carattere che fatica a trovare un perfetto equilibrio, per quello a mio avviso c’è bisogno di un po’ più di tempo. Finale molto persistente con note di cacao amaro, polvere di caffè ed ancora un ritorno balsamico a pulire il tutto.
Mocenni 89 – Chianti Classico Gran Selezione DOCG – 2015
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📍 Loc. Mocenni – Particella n.89
🍇 100% Sangiovese
🗿 Alberese e Galestro
⛰ 500 mt s.l.m.
🧭 Esposizione Sud
🌡 14,5% Vol.
#️⃣ 5.700 bottiglie – Bottiglia n. 3819
Fermentazione in acciaio con macerazione di circa 20 giorni, 24 mesi di affinamento in botti di rovere da 42hl, malolattica svolta, sosta in bottiglia
Autentico plauso a questa Gran Selezione che dovrebbe essere oltre che esempio per la denominazione anche motivo di vanto. Un vino che diventa l’esaltazione di un vitigno, il Sangiovese, qui rappresentato nella sua massima accezione. Un vino che possiamo erigere a manifesto di questo specifico terroir: in soldoni state bevendo Mocenni, state sorseggiando un luogo unico per le sue caratteristiche. Rosso rubino intenso, al naso offre un bouquet ricchissimo: floreale e fruttato ma anche balsamico e speziato. Un sorso verticale dove acidità e morbidezze si susseguono rincorrendosi fino a trovarsi in perfetta armonia. Incredibile la mineralità e sapidità del sorso unite ad un tannino ancora lontano dal distendersi completamente. Lunghissimo finale di grande precisione e pulizia. Il tutto con il filo conduttore dell’eleganza. Ecco, dopo aver visitato Mocenni, ogni volta che sorseggio questo vino, è come se ci tornassi.
Mocenni 91 – Toscana IGT – 2013
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📍 Loc. Mocenni – Particella n.91
🍇 100% Cabernet Sauvignon
⏳ Fermentazione in acciaio con macerazione di circa 20 giorni, affinamento in barriques di rovere francese, malolattica svolta, sosta in bottiglia
🌡 14,5% Vol.
#️⃣ 3.500 bottiglie – Bottiglia n. 3437
Particella n.91, separata da una striscia di olivi dalla n.89 che si trova leggermente più in basso. Altro gioiello aziendale questo Cabernet Sauvignon in purezza. Siamo di fronte al vitigno più usato e spesso abusato del mondo, certe volte banalizzato nel suo utilizzo sia in purezza che nel taglio. Se escludiamo Bordeaux sono soltanto alcuni rarissimi casi in Toscana che riescono ad incontrare il mio gusto. Mocenni è uno di quelli perché in questo vino il terroir prevale, vince nettamente sul vitigno plasmandolo e adattandolo a suo piacimento. Certo il colore ed il naso fanno subito pensare al Cabernet ma quello che sorprende e destabilizza è il sorso: potente, avvolgente e dal tannino con una trama fittissima, ma sapido e minerale all’inverosimile. Anche sul finale, lunghissimo, terminate le note di caffè tostato, di cacao e liquirizia, arriva un’ondata balsamica che spazza via tutto, lasciandoti senza parole. Gran bel vino.
Conclusioni:
Conoscevo la quasi totalità dei vini di Bindi Sergardi, ne avevo sempre apprezzato l’impronta, la riconoscibilità e la riconducibilità a quel territorio. Toccarlo con mano è però un’altra cosa perché è in vigna più che in cantina che si capisce l’indole e la filosofia di un’azienda. E’ passeggiando tra quei filari sommersi di sassi che si capisce l’unicità di quel territorio. Vini sinceri, veri, caldi, così come le persone che ce li hanno presentati. Ringrazio per la disponibilità e per l’accoglienza Alessandra Bindi Sergardi, ringrazio infinitamente Giulia Bernini e Elena Petri per averci seguito durante tutta la giornata rendendola con il loro entusiasmo e calore davvero indimenticabile. Sono passati quasi 5 mesi ed ancora le persone che c’erano mi rammentano quella giornata. Ringrazio infine Claudio Giuggioli per aver reso possibile lo svolgersi di questo evento.
E’ stato un onore per noi tutti, a presto.