Un confronto bendato di 5 grandi rossi italiani e qualche altra chicca

Una degustazione che nasce da lontano e che difficilmente dimenticheremo. Una sera durante una cena inizia a balenare l’idea di condividere un Masseto e di confrontarlo con altri grandi rossi italiani: così una volta reperita la preziosa bottiglia iniziamo a pensare a cosa affiancarci.

Tutto pronto ed arriva in Italia il Corona Virus con l’effetto di far crescere in maniera spasmodica l’attesa per l’evento. Ne esce cosi una degustazione epica ricca di spunti e di sorprese.

Pre blind tasting:
Pol Roger – Champagne Brut “Sir Winston Churchill” – 2008

📍 Epernay

🍇 80% Pinot Noir, 20% Chardonnay (tutti grand Cru)

⏳ Doppio Débourbage dei mosti, uno del centre de pressurage, l’altro in cantina a freddo ed in acciaio. Assemblaggio e maturazione per 9 anni nelle cantine a 33 metri di profondità con temperatura inferiore ai 10 gradi.

🍾 Sboccatura 2018, 7 g/l

🌡 12,5% Vol.

In tanti, me compreso, si sono interrogati su quale fosse il migliore Champagne targato 2008 delle grandi maison: chi Dom Perignon, chi Crystal, ognuno ha detto la sua. Considerando che stiamo disquisendo sul sesso degli angeli, devo ammettere però che l’unico ad avermi veramente emozionato è stato questo Winston Churchill di Pol Roger. Cuvèe de Prestige dedicata al primo ministro inglese a partire dal 1975 per celebrare i 100 anni dalla nascita dello statista. La storia è intrisa di significato perchè è documentato che gia a partire dal 1895 Churchill si rifornisse dalla maison con sede al 44 di Avenue de Champagne ad Eperney. Celebre è la sua frase: “my tastes are simple, I am easily satisfied with the best”.

Quello che si trova nel calice è qualcosa di magico: dal naso al palato e persino nel finale si scontrano componenti opposte che anzichè respingersi si attraggono generando un fusione di inaspettata bellezza. Il perlage è finissimo con numerose catenelle dalla lenta risalita. Al naso c’è di tutto: floreale, frutta disidratata, scorza di limone e tanta tanta mineralità. Al palato è deflagrante: acidità sopra le righe che prima si scontra e poi si unisce ad una struttura e rotondità notevoli. Succede che da un sorso che sembra essere prepotentemente minerale il tutto si attenui in una perfetta fusione di sensazioni. Finale bellissimo che accarezza il palato e lo prepara al sorso successivo grazie ad una beva incredibile. Se stupisce oggi, immaginatevi quello che potrà fare tra qualche anno!

Krug – Champagne Brut – 2004

🍇 37% Pinot Noir, 39% Chardonnay, 24% Meunier

🧩 Assemblaggio 100% vini annata 2004

☀️ Annata generosa caratterizzata da temperature fresche e bel tempo da metà settembre a inizio ottobre

⏳ Oltre 12 anni

🍾 Estate 2016

🌡 12% Vol.

#️⃣ Krug ID 316034

Soprannominato dalla maison “Fraîcheur lumineuse” ovvero “Freschezza Lucente” per simboleggiare le prime mattine d’estate nella regione della Champagne.

Si presenta di colore dorato, chiaro e luminoso con un perlage finissimo e vivace. Al naso una sferzata di agrumi di ogni tipo: cedro, limone, pompelmo e arancia sia in versione fresca che candita.

Pungenza data dallo zenzero, mineralità spiccata. Al palato i tre vitigni contribuiscono ognuno per la propria parte a creare un connubio di rara finezza ed equilibrio. Vivace, teso, di notevole struttura e grande freschezza: è delicato ma allo stesso tempo di forte impatto.

Sul finale, immenso, risalgono note di agrume ma anche di pasticceria secca e miele. Uno stile, quello della Maison, sempre riconoscibile sia nella Grande Cuvée che nei millesimati: in questa 2004 esplode la generosità dell’annata ma tutto viene ricondotto ad un equilibrio di rara eleganza. Bevuta già oggi incredibile ma attenzione: questa è una bomba dormiente che tra una decina di anni innescherà una deflagrazione atomica.

La blind tasting

Dopo questo “tranquillo aperitivo” con Winston Churchill 2008 e Krug 2004 ci siamo cimentati a degustare e valutare alla cieca 5 mostri sacri dell’enologia italiana, il fulcro della serata.

È questo il modo che preferisco perché ne esce un dialogo costruttivo e una valutazione non influenzata dall’etichetta.

Ecco la nostra personale classifica:

5th – Punteggio Medio 8,7/10
Tenuta San Guido – Sassicaia – Bolgheri Sassicaia DOC – 2011

📍 Castagneto Carducci (LI)

🍇 85% Cabernet Sauvignon, 15 % Cabernet Franc

⛰ 100/300 mt

🧭 Ovest / Sud-Ovest

🗿 Zone calcaree ricche di galestro e di sassi e parzialmente argillosi

🍁 Cordone speronato

⏳ Vinificazione in acciaio, 2 settimane di macerazione sulle bucce, rimontaggi e délestages, malolattica in acciaio, 24 mesi in barrique di rovere francese.

☀️ Andamento climatico ottimale

🌡 13,5% Vol

Sassicaia in una delle migliori annate del 2000 all’ultimo posto? Ebbene sì, proviamo a capire il perché. Intanto definiamo il calcolo: 7 “giudici”, punteggi in decimi e risultato finale ottenuto dalla media dei punteggi. Premetto inoltre che tra il primo e l’ultimo classificato il distanziamento è di 1 solo punto, quindi ci troviamo di fronte a 5 grandissimi vini, questo compreso.

Colore rubino impenetrabile con alcuni riflessi granato. Al naso è intenso, complesso e di grande finezza: mora, mirtillo, ribes, i frutti di bosco dominano le prime olfazioni. La frutta surmatura vira verso la confettura specialmente di prugna. Poi spezie, pepe, cannella, vaniglia, note di caffè e cacao amaro. Al palato si snoda un tannino fitto ma che necessita ancora di tempo, leggermente sapido, avvolgente e strutturato. Finale lungo su note tostate. Un vino perfetto in tutte le sue componenti che miglioreranno decisamente nel tempo. Conclusioni: grandissimo vino, poca emozione.

4th – Punteggio Medio 9,0/10
Argiolas – Turriga – Isola dei Nuraghi IGT – 1999

📍 Serdiana (CA)

🍇 85% Cannonau, 5% Carignano 5%, Bovale, 5% Malvasia Nera

⛰ 230 mt

🗿 Calcareo di medio impasto

⏳ Vinificazione in acciaio, 16/18 gg di macerazione, délestages, malolattica in acciaio, 24 mesi in barrique di rovere francese, 12 mesi in bottiglia

🌡 13% Vol

Della #blindtasting è il primo vino ad essere servito. Lo scopriamo solo al termine degli assaggi ma è un dettaglio importante perché a mio avviso ha inciso al ribasso su qualche valutazione. Dico questo perché quando avviciniamo il naso al calice lo stupore è generale e capiamo di trovarci di fronte a qualcosa di veramente potente. Intensità inaudita, unita a profondità: marmellata di piccoli frutti di bosco, ciliegia sotto spirito, note tostate di caffè, polvere di cacao, cuoio e spezie e per finire come a pulire tutto una ventata di macchia mediterranea assieme ad una nota balsamica.

Al palato è avvolgente, caldo e di grande struttura, fresco e leggermente sapido, dalla trama tannica fitta e ancora vivace ma che scorre come seta. Finale infinito su note di foglia di tabacco, caffè ed erbe officinali. Un vino potente e scalpitante che questi 21 anni sono riusciti ad addomesticare. Dei 5 assaggi forse quello che mi ha più emozionato e che per la mia personale classifica sarebbe stata tra il secondo e il terzo posto!

3rd – Punteggio Medio 9,2/10
Marchesi Antinori – Solaia – Toscana IGT – 1998

📍 San Casciano Val di Pesa (FI)

🍇 75% Cabernet Sauvignon, 5% Cabernet Franc, 20% Sangiovese

⛰ 350/450 mt

🗿 Calcare, roccia di galestro e alberese, infiltrazioni di argilla

⏳ Macerazione in tini di legno da 50hl (15gg per il Sangiovese, 20 per i Cabernet), follature, malolattica in barrique nuove, travasato ed assemblato torna per 14 mesi in barrique, 12 mesi in bottiglia

☀️ Inverno e primavera temperati e secchi. Estate molto calda.

🌡 13,5% Vol

Saliamo sul gradino più basso del podio dove troviamo ancora la mano di Tachis su questo gioiello proveniente dall’omonimo vigneto della Tenuta Tignanello. Annata calda che si riflette sul vino ma che lascia spazio ad una freschezza invidiabile.

Il colore è un granato carico che sfuma leggermente sull’unghia. L’intensità aromatica è impressionante tant’è che si inizia a sentire i profumi a notevole distanza dal calice. Frutta rossa surmatura, specialmente piccoli frutti di bosco come il mirtillo e le more. Le note terziarie sono imponenti: caffè e cacao, cuoio, tabacco, china. Escono poi sfumature vegetali e di erbe officinali che rinfrescano l’olfazione e successivamente il sorso. Al palato è sontuoso, di grande struttura e calore ma il tutto ben bilanciato da una grande sapidità e da un tannino con trama fitta e setoso. Il palato è avvolto da una cera nobile. Persistenza infinita ed ancora morbidezza nel finale dove ritornano note erbacee e di macchia mediterranea precedute da una scia di caffè tostato. Vino di rara eleganza dal quale sinceramente non mi sarei aspettato tutta questa materia abbinata ad equilibrio in un’annata così calda. Chapeau.

2nd – Punteggio Medio 9,4/10
Montevertine – Le Pergole Torte – Toscana IGT – 2013

🍇 100% Sangiovese

📍 Radda in Chianti (SI)

🗿 Galestro e argilla

🍁 Vigneti storici piantati tra il 1968 e il 1999

🦠 Resa per ettaro 40hl

🍀 Biologico dal 2009

⏳ Fermentazione alcolica in vasche di cemento per circa 25 giorni, malolattica in vasche di cemento, 12 mesi in barriques Allier, 12 mesi in botti di rovere di Slavonia, 3 mesi in bottiglia

🌡 13% Vol.

Guardo il calice con circospezione, avvicino il naso ed il cervello inizia ad elaborare. Assaggio un piccolo sorso e giungo in 5 secondi netti alla mia personale conclusione: sto bevendo uno dei miei vini del cuore, lo conosco bene, capisco subito anche l’annata. Non mi ritengo affatto un fenomeno delle blind tasting, ma certi vini li ho impressi nella memoria e non potete capire la soddisfazione quando gli altri iniziano a sciorinare le loro valutazioni. Ebbene sì, davanti a Sassicaia, Turriga e Solaia troviamo il mio amato Pergole Torte, la più alta espressione del Sangiovese in purezza. Un vino che pur nella sua gioventù impressiona per pulizia, precisione e sopratutto territorialità. Colore rubino bellissimo, naso di frutta rossa matura, di frutti di bosco, violetta e suadenti spezie, poi una ventata di erbe officinali. Al palato è verticale, fresco, sapido e con un tannino forte ma elegante, sembrano prevalere le durezze poi ti accarezza la bocca e si lascia scorrere come seta. Il finale davvero lungo è di rara eleganza: si susseguono note di spezie e frutta alternate a sbuffi balsamici. Che gran vitigno è il Sangiovese, e che gran vino esce ogni anno da Montevertine. 2013 oggi entusiasmante, pensate un po’ a cosa può diventare nei prossimi anni!

1st – Punteggio Medio 9,7/10
Tenuta dell’Ornellaia – Masseto – Toscana IGT – 1992

📍 Bolgheri (LI)

🍇 100% Merlot

⛰ Collina Masseto, 7 ettari

🗿 Argilla Blu, sabbia, ciottoli

🍁 Cordone speronato

⏳ Suddivisione in lotti. Fermentazione sia in acciaio che in legno, malolattica in barrique di rovere nuove, 12 mesi di maturazione, Assemblaggio e reintroduzione in barrique per 12 mesi. in bottiglia per ulteriori 12 mesi.

📅 Prima annata ufficiale 1987, prima ufficiosa 1986.

☀️ Primavera con temperature nella media, estate con innalzamento delle temperature dovute alla forte umidità. Maturazione più lenta e raccolta spostata nelle prime due settimane di Settembre.

🌡 13,5% Vol.

Per spiegare l’unicità di questo vino bisogna parlare di terroir e di tutte le sue componenti. In primis il mare: la sua brezza porta freschezza al frutto nei mesi secchi e asciuga in quelli piovosi, come uno specchio rifrange la luce solare alimentando le vigne, ed infine, è stato parte integrante nella conformazione del terreno. Poi la terra: un substrato marino trasformatosi in argilla blu venuta in superficie grazie all’erosione, friabile e compatta allo stesso tempo. Per ultimo, volutamente, l’uomo con la sua intuizione che quello fosse un luogo magico, da assecondare e non da sottomettere.

Mettete insieme tutte queste caratteristiche e capirete come sia stato possibile ottenere un vino straordinario in un’annata che per la Toscana in generale non è proprio di quelle da ricordare.

Veniamo ora all’assaggio: il colore è un rubino intenso ancora brillante con sfumature granato. Al naso, beh, potrei annoiarvi per ore con una serie infinita di sentori. Quello da sottolineare è che il bouquet è profondo, intenso ed elegantissimo: in esso emerge ancora un frutto maturo e di gran polpa ma anche in confettura, rimbalzano spezie dolci e pungenti assieme ad una incredibile nota balsamica. Il palato è assolutamente coerente con il naso: tanta densità e armonia in un sorso dal corpo impressionante, dal tannino fittissimo e setoso e dalla grande freschezza. Una persistenza incredibilmente lunga lascia dapprima il palato pervaso di frutta e poi lo pulisce pian piano con una sferzata di macchia mediterranea e di erbe officinali. Quello che ricorderò per sempre è proprio il finale, una sensazione che rimarrà impressa nella mia memoria e che ogni volta si ripresenterà al solo pensiero di questo assaggio. E’ questa la bevuta più straordinaria che ho mai fatto? Senza dubbio è stata memorabile, una di quelle che arricchiscono le tue conoscenze enoiche e che in qualche modo deve essere fatta perchè senza conoscere non si può dire di sapere.

Non finisce qui… qualcosa per il dolce ce lo siamo tenuti!

Post blind:
Château d’Yquem – Sauternes 1er Cru Supérieur – 1998

🍇 75% Sèmillon, 25% Sauvignon Blanc

📍 Sauternes – Valle della Garonna (zona sud di Bordeaux)

🗿 Prevalentemente argilloso

⏳ Vendemmia tardiva e raccolta a mano di acini minuziosamente selezionati solo tra quelli migliori e perfettamente disidratati, 26/28 mesi in barriques nuove

🌡 13,5% Vol.

🕰 più o meno ♾

Non era semplice trovare un vino che riuscisse a sovrastare quella batteria di rossi e così siamo andati sul sicuro, sul migliore di tutti.

Il colore è ambrato e scintillante, bellissimo godere la sua evoluzione negli anni quando passa dall’oro chiaro per arrivare al marrone scuro, tanto che a Yquem ne hanno fatto un’intera parete della sala degustazione.

Al naso presenta un bouquet di una profondità ed eleganza al limite del surreale: confettura di albicocca, frutta disidratata, frutta esotica matura poi miele e tante spezie dolci, ancora un floreale di ginestra e gelsomino. Il sorso riempie il palato accarezzandolo con delicatezza senza mai dare la sensazione di troppa morbidezza. Subentra infatti la componente fresca e minerale che lascia la bocca perfettamente pulita. Il finale è pressoché infinito, rimane per interminabili minuti lasciando note fresche di erbe officinali e note tostate di mandorle, poi ancora frutta caramellata e miele. Un vino che continueresti a bere senza mai sentirti sazio: ad ogni sorso centellinato aumento il sorriso e la mente si libera felice e spensierata. Incredibile come dopo 22 anni dimostri ancora questa sua gioventù.

Ferrari – Giulio Ferrari Riserva del Fondatore – Trento DOC – 2008

🍇 100% Chardonnay

🌡 12,5%

⛰ 500/600 mt s.l.m.

🗿 Scheletro in prevalenza, sabbia ed argilla

🖐 Vendemmia manuale

🍁 Maso Pianizza, il cru più antico. Forma di allevamento Guyot, esposizione sud/ovest

🦠 6.000 ceppi per ettaro

⏳ Fermentazione in acciaio, oltre 10 anni sui livieti, sosta in bottiglia

A cena ormai terminata veniamo attanagliati dalla voglia di provare la nuova annata di Giulio, arrivata il giorno stesso. Qualcuno lo chiamerebbe #defaticante di fine serata, un vizio ormai ricorrente anche per noi. Decidiamo così di aprirlo attribuendogli il ruolo di sigillo di una serata epica.

Giallo paglierino intenso con alcuni riflessi dorati, luminoso. Il perlage è finissimo e vivace. Naso improntato sul frutto e di grandissima finezza. Fiori di montagna, erba tagliata, agrumi canditi, scorza di limone e poi spezie dolci e tenui. Cremoso, delicato ma anche di grande taglienza: acidità spiccata e mineralità. Finale molto persistente con note di mandorle tostate e burro fuso. Mio modesto parere, a poche settimane dall’uscita in commercio, il miglior Giulio Ferrari assaggiato nella recente decade. Quello che lascia intravedere è un futuro davvero luminoso ma già allo stato attuale è favoloso. Servirà un bel po di forza di volontà per far invecchiare qualche bottiglia in cantina: ci proverò e cercherò di riparlarne tra un po’ di anni!

La serata è davvero finita e ce la ricorderemo per molto tempo!

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